mercoledì 9 dicembre 2009

VITA DA CANTIERE


Mia mamma mi chiede spesso se faccio il manovale. Insomma, potrebbe tornare utile (penso). D'altro canto adesso so come si fanno i mattoni (grazie ai libri di Carlotta che tanto pesavano in valigia, ma sono utilissimi), so prendere le misure (grazie alla mia cordella metrica, comprata per fortuna in Italia), ne capisco qualcosa di più di tetti e ringhiere,...ma in cantiere per adesso c'è solo da guardare. Osservare che i lavori vengano ben fatti. E sarà perché sono pignolo, sarà perché mancano gli strumenti di lavoro adatti, sarà perché il materiale è quello che è,...insomma bisogna sempre stargli dietro. Ma in Italia non mi sembra diverso. Forse qui manca la passione per questo tipo di lavoro. In compenso trovo che sappiano ingegnarsi in soluzioni validissime, e far di necessità virtù.


Insomma, non faccio il manovale ma il capo cantiere. Ma il cantiere è pressoché chiuso (mancano i soldi ed il materiale che stiamo aspettando dall'Italia), quindi vado a caccia delle cose fatte poco bene. Per chi mi conosce, direbbe "poveri africani, non potevamo mandargli giù peggior volontario; uno rompi... così non l'avranno mai visto". Così mi è toccato discutere con l'impresario perché di 24 finestre che ho misurato (ci dobbiamo far fare sopra i vetri) solo 2 o 3 hanno la stessa misura (peraltro diversa se misurata internamente o esternamente; il muro pende un pò....). Anche la ringhiera non ha le saldature fatte in modo opportuno, ma mi han detto che qui piove poco. Certo, ma una volta che è entrata l'acqua....Eppoi, non si era detto che il controsoffitto in legno doveva essere bianco negli interni e rosso sul portico esterno (sono due qualità di legno diverse). Presto fatto; allo stesso legno è staat data una mano di mordente rossiccio. Cavolo, questo mi fa arrabbiare. Dopotutto se fai un lavoro fatto bene, sono tentato di fartene fare altri. Ma questo concetto ancora non passa. Chissà se anche mio papà, quando girava per i cantieri, vedeva le stesse cose. Allora, siccome vi vedo che vi state appassionando, vi mando un pò di foto. p.s. Ci scherzo sù perché è bello prendere le cose anche con un pò di spensieratezza, ma ho profondo rispetto per il lavoro fatto sotto 40 gradi di sole. Rispetto chi si spezza la schiena e cerca di portare a casa il pane per i suoi 5 figli. Rispetto che si è tolto dalla strada e cerca di vivere onestamente. Mi fa solo rabbia l'impresario che sostiene che il lavoro è ben fatto, mi chiede i soldi in anticipo e non me la racconta giusta sui soldi che paga effettivamente agli operai.

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