martedì 29 dicembre 2009

ACQUA – parte 2 – [23.12.2009]


Da circa sei mesi, alla ferme (fattoria) in mezzo alla brusse (savana), non funziona la pompa d'acqua alimentata da pannelli solari. E' un forage profondo una trentina di metri, che pesca acqua direttamente da una vena sotto terra.

Presso la ferme sono incentrate tutte le attività del CFAP; lì ci si ritrovano i capi villaggio e lì si fa formazione agricolo-pastorale. Ci abitano permanentemente due famiglie, quella di Pierre e quella di Etienne. Da sei mesi, a turno, i loro bambini si recano con i secchi d'acqua presso una pozza distante qualche chilometro. Ovviamente a piedi, ed ovviamente sotto il sole. Il tutto per qualche ora al giorno. Per un paio di secchi d'acqua.


Un paio di settimana fa, Pierre mi chiede se è possibile risolvere il problema della pompa che non funziona. Mi faccio spiegare e cerchiamo insieme una soluzione. Un tecnico che era stato da poco a vedere l'impianto, sostiene che il problema sono i pannelli solari (rotti). Fortuna volle che in quei giorni fosse qui nei dintorni un italiano che si intende di pannelli. Il giorno seguente andammo a verificare: i pannelli erano perfetti. Quindi è la pompa che non pesca acqua! Con un altro tecnico torniamo la settimana seguente. Se è la pompa, ci vogliomo circa 1000 euro per cambiarla. E non li abbiamo. In effetti la pompa pesca dal forage davvero poca acqua. Impossibile farla arrivare in cima al castello (cisterna a 15 metri d'altezza); quindi da lì, in casa. Soluzioni ? Per adesso nessuna.


Tornando a casa, ne parlo con Benjamin. Forse c'è una soluzione. By-passare il castello e far convogliare l'acqua dal forage direttamente in casa, in continuo. E' un rimedio "alla meno peggio", ma una possibile soluzione.

Ieri ci abbiamo riprovato. Intorno c'erano i bambini di Pierre ed Etienne (una decina in tutto), con il naso ficcato a vedere cosa facevamo intorno al forage. Caliamo la pompa. Siamo in quattro a serrare forte un tubo. Lavoriamo con due chiavi a pappagallo (che scappano via ad ogni giro di vite) e le nostre mani. Mi fa sorridere vedere le mie due mani bianche in mezzo alle loro, nere e forti. C'è una candela assurda, è mezzogiorno. Il motore della pompa sembra andare. Aspettiamo un minuto, giusto il tempo che ci mette per riempire il tubo e per far risalire l'acqua. Si sente il sibilo della pressione ed un gorgoglio venire dal profondo. Uno dei bambini corre a casa. Cinquanta metri a piedi nudi, ma ci mette un attimo. Apre il rubinetto ed esplode di gioia. Corrono anche tutti gli altri e si mettono a giocare. Si schizzano con l'acqua, ridono e fanno festa. Io mi emoziono. So di non aver fatto nulla, ma quest'acqua è davvero un regalo. Guardo Pierre; è commosso pure lui. Non so come raccontarvi la gioia di noi tutti, ma ho davvero i brividi. Anche ora che cerco di raccontarvi questo piccolo miracolo.

(So che sembra la pubblicità dell'Amaro Montenegro, ...brindate per noi a questo piccolo successo, in questo angolo dimenticato di mondo).

p.s. per Alvise: Cristiana reclama a gran voce un tuo commento.



1 commento:

  1. E un amaro montenegro alla vostra salute sara' bevuto!

    Proprio vero che l'acqua è piu' preziosa dell'oro, e i reduci dei monti Sibillini ne san qualcosa!

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