giovedì 31 dicembre 2009

RUMSIKI [26.12.2009 – 27.12.2009]

A zonzo per il nord cameroun. 750 km, fatti di piste sterrate e di strade più o meno asfaltate. Gli unici pericoli provengono dagli asini e dai maialini, dalle pecore e dalle capre che attraversano la strada. Il nostro "bottino" di caccia è magro: una gallina presa con il radiatore ed un uccello con lo specchetto retrovisore. Uno ad uno, tra me ed Emanuele.


I posti invece sono davvero fantastici. Siamo a fine dicembre, il caldo torrido deve ancora arrivare. Di verde ce n'é ancora, ma si stenta comunque a capire come sia possibile. Di acqua se ne vede gran poca, almeno in superficie.
Di questo viaggio ci portiamo a casa la sensazione di stare davvero bene insieme ai nostri compagni di avventura: Barbara ed Emanuele.
In quattro non si riesce a fare una frase in francese da capo a piedi...e adesso che, dopo qualche mese, le cose stanno migliorando non veniamo comunque capiti.
A Mokolo decidiamo di fare benzina, abbiamo bisogno della ricevuta e pertanto Emanuele chiede al benzinaio di intestare la fattura al COE: "Pardon Monsieur, vous pouvez intester la recu au COE?" e prontamente Alberto corregge facendosi sentire dal benzinaio "Enteter la recu!".
Il benzinaio ripete "Enteter" e così alla fine abbiamo in mano una fattura intestata a "ENTETE".


Abbiamo riso fino alle lacrime...ragazzi non ce la si può fare...se ci scoprono ci rimpatriano tutti e 4 senza pensarci un minuto di più!


Per il resto del viaggio parlano le foto. Quando riusciremo ne metteremo alcune, altre le rivedrete a casa. Quando torniamo.


[ore 7.00, in viaggio da 1/2 ora]


[...dobbiamo andare oltre...]


[baobab]


[cotone]


[...qualcuno riflette, seduto sulla montagna...]


[campo da calcio su letto di fiume...in attesa dell'acqua]


[...ci siamo quasi...]


[le torri di Rumsiki...scalabili, ma ci manca l'attrezzatura...]


[torre principale, al tramonto]


[il sole tramonta in Nigeria]


[Rumsiki, il giorno dopo]

 
(paesaggio e villaggi)





[villaggio reale]


[campi di mais (a fine dicembre)]


[tramonto verso casa]



martedì 29 dicembre 2009

MARINA


In casa, forse non l'avevo mai detto ma prometto che nelle prossime puntate faremo un giro virtuale per la nostra "maison", abbiamo anche la televisione. Non paghiamo il canone (oddio, non so nemmeno se qui in Cameroun esiste il concetto di canone) perché siamo collegati abusivamente ad un vicino; chiaramente tutti i programmi sono in francese. Della televisione italiana non si sente la mancanza, anche perché la qualità dei programmi che passano qui è dello stesso livello. Ci sono le televendite, i giochi a quiz, le trasmissioni sportive (la tv di Al Jazeera si prende molto bene e trasmette molto sport)...e soprattutto Emmanuel.tv. Questa emittente trasmette quotidianamente le "imprese" di conversione di un imbonitore nigeriano. Si presenta bene, con voce affabile; racconta di guarigioni e di successi professionali di persone fino a quel momento molto povere. Poi, da quando si sono rivolte a lui, la loro vità è cambiata.

Immancabilmente c'è pure una soap opera, di origine spagnola. Noi seguiamo "Marina" (con la scusa di imparare il francese), ma nel canale concorrente c'è anche "Tourbillon d'amour". Le vicende della nostra Marina si svolgono in ospedale, dove lei è segretaria. Si è innamorata di Riccardò, giovane genitore costretto a letto da un incidente stradale (è stato tirato sotto dal rivale in amore). Le scene sono recitate in una maniera orrenda, nulla a che vedere con le tradizionali "Un posto al sole" o "Agrodolce", che già di per sé non sono molto elevate. In compenso ci sono alcuni vantaggi. Dura un anno solamente, senza seguiti e senza rinascite miracolose (stile "Beautiful"). Siamo in attesa che finisca.

DA QUANTO HAI MALE ?

Continuano le avventure del nostro dottore. Tra il serio ed il faceto. Oggi si è presentato un tizio dicendo di avere un dolore. "Da quanto ti fa male?" "Dodici anni". "???!!!". "Ma adesso, se ti premo qui, fa male?". "No, ma oggi non ho male. Ma fra qualche giorno sono sicuro che mi torna a fare male....". La cosa triste, di questa che sembra una storia inventata ma in realtà è un episodio normale nella giornata di Cristiana, è che davvero le persone vengono in ospedale quando riescono. Ossia quando hanno i soldi per farsi visitare, ovvero quando hanno i soldi per le medicine. E quindi capita che passino dei mesi.

Un paziente è venuto a far vedere una lastra "appena" fatta all'ospedale centrale (quello statale). Era del 2005, ma era "appena" fatta.
Purtroppo è così. Qui nulla è gratis, anche se l'ospedale cerca di tenere al minimo i prezzi dei medicinali.

HOLLYWOOD

Dunque, la barba me la sono fatta da solo. Dopo un mesetto era diventata un po' lunga. Adesso si tratta di scegliere il taglio di capelli. Cristiana dice solo che non devono essere troppo corti. Pochi indizi. Sono stato da "chez SANI STYLISTE", ma non mi so decidere. Voi cosa proponete ? Aspetto vostre indicazioni, sceglierò la più votata. Cristiana permettendo.





TECNICO INFORMATICO

Cercasi tecnico informatico. Subito!! Istantaneamente!!

Da quando sono arrivato, anzi no, ancor prima che io partissi, sono stato spacciato per esperto informatico (so già che voi della Best Consulting ve la state ridendo, ma il bello viene tra qualche riga). Eppure il mio curriculum, richiesto ed inviato più volte alla segreteria dell'ONG, parla chiaro: laurea in Statistica, indirizzo economico (giusto per "tirarsela" un po'). Forse a fregarmi è che lavoro (??) in un'azienda di informatica. Così, dopo le presentazioni ufficiali dei primi giorni in cui vengo presentato come il marito del medico, adesso ricorre per lo più la seguente etichetta: "esperto/tecnico informatico". E quindi appena non va qualcosa che c'azzeca con il computer, mi chiamano. Io ci provo, come posso. Alle volte aggiusto, altre lascio. Le preoccupazioni aumentano quando mi chiamano per "fare dei programmi". Io inizialmente prendevo paura, poi ho capito che il più delle volte si risolve tutto con un semplice foglio excel. E lì me la cavo. Ma ripenso spesso alla Meri, a quanto soffriva vedendomi "smanettare" sul pc, senza capire cosa bene facessi. E forse non lo capivo nemmeno io.
Il culmine l'abbiamo raggiunto oggi. La segretaria che tiene i conti per i progetti (laurea in economia, lei si definsce amministrativa/contabile) mi chiama e mi chiede se posso sistemarle il video. Io mi siedo, cerco di capire cosa non va. E non è un problema di francese, tramite il quale oramai comunichiamo abbastanza bene. Cerco di capire se l'immagine è sfuocata, se vuole una risoluzione differente. A me sembra tutto a posto. Le richiedo cosa non và, cosa devo fare. Ebbene, il problema è che il video è troppo basso. Faccio appello alla mia consueta calma e con certo aplombe, lo alzo. E' sufficiente farlo ruotare sulla sua base, facendo pressione sulla coda del video 17 pollici e contemporaneamente alzando il muso. Ecco, anche oggi ci siamo resi utili.

SCIMMIETTA

Non ricordo come va a finire la serie cartoon di "Remì", e forse i più vecchietti come me (intendevo dire i miei coetanei) potrebbero appostare sul blog il vero finale. Chi ci risucirà per primo ?

In ogni caso, la scimmietta della ferme ci ha lasciato. Non che sia andata in savana per le ferie natalizie; è semplicemente stata eliminata dai cani. Questione di sopravvivenza, una delle possibili ipotesi. Ma visto che poi i cani non se la sono mangiata, potrebbe essere che semplicemente la scimmietta rompeva troppo i ..... Cristiana è molto triste, anche perchè i gatti di qui non sono belli come il suo Biru Biru. Ciao ciao. Miao miao.

REGIME (riservato ai lettori di sinistra)


In questi giorni ho ultimato la lettura di un libro pescato dalla variegata biblioteca della nostra casa. Si intitola "Regime". E' scritto da Marco Travaglio e Peter Gomez. E' di qualche anno fa (2004), edito da BUR. Narra, secondo una interpretaazione un po' comunista, dei fatti accaduti durante il secondo mandato governativo berlusconiano. Delle censure, delle falsità, delle cose non dette e di quelle manipolate. Non voglio prendere alcuna posizione (!?). Riporto solo un paio di pensieri introduttivi ai vari capitoli:


"Improntare il giornale a ottimismo, fiducia e sicurezza nell'avvenire. Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche, catastrofiche e deprimenti." (Direttiva dell'Ufficio Stampa del governo Mussolini, 1931).

ed ancora:

"Bisogna cloroformizzare le opposizioni ed anche il popolo italiano. Lo stato d'animo del popolo italiano è questo: fate tutto, ma fatecelo sapere dopo. Non pensateci tutti i giorni dicendoci che volete fare i plotoni di esecuzione. Questo ci scoccia. Una mattina, quando ci svegliamo, diteci di aver fatto questo e saremo contenti, ma non uno stillicidio continuo." (Benito Mussolini dopo il delitto Matteotti, agosto 1924).

LETTERINA DI NATALE

Per la nostra cena di Natale abbiamo pensato di fare dei piccoli segnaposto, in ognuno dei quali scrivere una piccola frase, da scegliere a sorte. Mentre le cercavamo, dal libro "Passi di vento" è spuntata fuori questa "riflessione", che dedichiamo a noi ed a voi.

CAMMINARE

Al giorno d'oggi camminare
Non è più un mezzo di locomozione.
C'è la macchina, la moto, il motorino
O anche l'aereo
Camminare per molti è un lasciarsi andare
Non si vuol camminare, si vuol far camminare gli altri
Ma camminare può essere un segno
Si cammina per protestare
Si cammina per scoprire un paesaggio
Si cammina per cambiare
La strada è gratis in un mondo in cui tutto deve servire
La strada è povera
Ci obbliga a lasciare
La strada è un rischio
Non si cammina che in piedi e questo stanca
Ma essere in piedi è un segno della dignità umana
La strada è distacco
Bisogna lasciare il volante dell'auto
Il manubrio della motocicletta
Bisogna soprattutto lasciare ciò che si credeva ormai raggiunto
La strada è il segno di chi è vivo
Dice che si vuole andare lontano.


In fondo anche le Sacre Scritture sono piene di personaggi che hanno fatto strada.




NATALE [24.12.2009 – 25.12.2009]


Sta arrivando Natale. Lo si capisce da piccole cose, non dalla neve né dal freddo. Il nostro presepe è un po' "secco", ma c'è. L'albero non ha quella finta patina di neve, anzi. Non è nemmeno un albero, solo un po' di canne di bambù tagliate in giardino. Ci siamo arrangiati a fare le stelline. Non ci sono gli abbondanti pacchi-regalo, ma c'è comunque aria di festa. Questa sera saremo a messa con don Alberto in un paesino a mezz'ora da qui.
Cerchiamo nell'armadio l'abito della festa, da accompagnare alle nostre solite calzature decolleté (ovvero delle ciabatte).


Alla messa sono in tanti. La celebrazione è sobria ma ricca di canti, accompagnati dal consueto tamburo che conferisce loro il ritmo di una danza. Al termine ci invitano a mangiare qualcosa. Alcuni sono già avanti con i festeggiamenti. Tasso alcolemico da ritiro patente. Solo che qui i più fortunati hanno la bici, e male che vada cadono in terra. Pochi alberi su cui piantarsi, pochi fossi su cui scaraventarsi.
Alle 23 siamo già a casa. Buon Natale a tutti.


Mi manca non poter fare gli auguri ai miei genitori, a mio fratello e alla sua famiglia, agli amici. Qui a messa non ci è certo scappato di parlottare come succedeva nella chiesa straripante dove eravamo soliti ritrovare tutti i fratelli scout; e noi, come sempre, in fondo oltre il portone. E' un Natale diverso, ma non per questo meno bello. Manca la vicinanza delle persone care. Questa si sente un po'.
 
La sera di Natale abbiamo ospiti i preti della parrocchia ed altri volontari italiani qui del posto. In tutto siamo in 11. Ci siamo divertiti un sacco, scherzando, mangiando, raccontandoci le piccole cose che ci sono successe fin qui.




ACQUA – parte 2 – [23.12.2009]


Da circa sei mesi, alla ferme (fattoria) in mezzo alla brusse (savana), non funziona la pompa d'acqua alimentata da pannelli solari. E' un forage profondo una trentina di metri, che pesca acqua direttamente da una vena sotto terra.

Presso la ferme sono incentrate tutte le attività del CFAP; lì ci si ritrovano i capi villaggio e lì si fa formazione agricolo-pastorale. Ci abitano permanentemente due famiglie, quella di Pierre e quella di Etienne. Da sei mesi, a turno, i loro bambini si recano con i secchi d'acqua presso una pozza distante qualche chilometro. Ovviamente a piedi, ed ovviamente sotto il sole. Il tutto per qualche ora al giorno. Per un paio di secchi d'acqua.


Un paio di settimana fa, Pierre mi chiede se è possibile risolvere il problema della pompa che non funziona. Mi faccio spiegare e cerchiamo insieme una soluzione. Un tecnico che era stato da poco a vedere l'impianto, sostiene che il problema sono i pannelli solari (rotti). Fortuna volle che in quei giorni fosse qui nei dintorni un italiano che si intende di pannelli. Il giorno seguente andammo a verificare: i pannelli erano perfetti. Quindi è la pompa che non pesca acqua! Con un altro tecnico torniamo la settimana seguente. Se è la pompa, ci vogliomo circa 1000 euro per cambiarla. E non li abbiamo. In effetti la pompa pesca dal forage davvero poca acqua. Impossibile farla arrivare in cima al castello (cisterna a 15 metri d'altezza); quindi da lì, in casa. Soluzioni ? Per adesso nessuna.


Tornando a casa, ne parlo con Benjamin. Forse c'è una soluzione. By-passare il castello e far convogliare l'acqua dal forage direttamente in casa, in continuo. E' un rimedio "alla meno peggio", ma una possibile soluzione.

Ieri ci abbiamo riprovato. Intorno c'erano i bambini di Pierre ed Etienne (una decina in tutto), con il naso ficcato a vedere cosa facevamo intorno al forage. Caliamo la pompa. Siamo in quattro a serrare forte un tubo. Lavoriamo con due chiavi a pappagallo (che scappano via ad ogni giro di vite) e le nostre mani. Mi fa sorridere vedere le mie due mani bianche in mezzo alle loro, nere e forti. C'è una candela assurda, è mezzogiorno. Il motore della pompa sembra andare. Aspettiamo un minuto, giusto il tempo che ci mette per riempire il tubo e per far risalire l'acqua. Si sente il sibilo della pressione ed un gorgoglio venire dal profondo. Uno dei bambini corre a casa. Cinquanta metri a piedi nudi, ma ci mette un attimo. Apre il rubinetto ed esplode di gioia. Corrono anche tutti gli altri e si mettono a giocare. Si schizzano con l'acqua, ridono e fanno festa. Io mi emoziono. So di non aver fatto nulla, ma quest'acqua è davvero un regalo. Guardo Pierre; è commosso pure lui. Non so come raccontarvi la gioia di noi tutti, ma ho davvero i brividi. Anche ora che cerco di raccontarvi questo piccolo miracolo.

(So che sembra la pubblicità dell'Amaro Montenegro, ...brindate per noi a questo piccolo successo, in questo angolo dimenticato di mondo).

p.s. per Alvise: Cristiana reclama a gran voce un tuo commento.



ACQUA – parte 1 - [23.12.2009]

Il mio regalo di Natale è arrivato in anticipo. Inaspettato e pertanto ancor più bello. Non si può comprare, non si può trattenere. E' ovunque, anche qui in Africa. Basta scavare. E' semplicemente...l'acqua.

Quando ho fatto il mio ultimo campo scout con il gruppo del Padova 15 (c'eravamo io, Giulia, Valentino, Nicola, Caterina e Marco), abbiamo camminato per una settimana nelle montagne agordine (da Taibon a Falcade, passando per il Monte Agner ed il Focobon). I posti erano incantevoli, la fatica tanta, ma c'era quello spirito scout che ci univa. C'era la voglia di avventura che contagia chi ha voglia di mettersi in gioco. E' stata una route da sogno. E di miraggi. L'acqua la trovavamo una volta al giorno. Le cartine la segnavano abbondante, ed anch'io mi ricordava che la zona non dava problemi (quel percorso l'avevo fatto 15 anni prima da rover;...già, forse in 15 anni le cose cambiano un po'...). Eppure arrivavamo a sera con le borracce mezze vuote, giusto per cucinare la cena. Sentivo la responsabilità dei "miei" 5 ragazzi e non sapevo con chi condividerla. Il penultimo giorno ci siamo riforniti presso una malga, ma c'era poca acqua anche per il bestiame. "Quando passate il valico, di là dovreste trovarne. Anche se a dire il vero il ghiacciaio è oramai a secco ed ho sentito che in rifugio l'hanno partata con l'elicottero". Non ci aveva reassicurato poi molto, ma ci aveva dato tutta l'acqua che poteva. Ho chiesto ai ragazzi di andarci calmi, di tenerne un po' per i momenti di necessità. Ma Giulia era in crisi, non ce la faceva. Lo zaino era sempre più pesante. Le ho dato tutta la mia acqua ed io ho svuotato la mia borraccia. Ho alzato gli occhi al cielo, cercando quelle nuvole che sono solite seguirci nel nostro cammino. Quelle che quando non vuoi, ti rovesciano sulla testa tutta l'acqua che hanno dentro. Quel gionro in cielo non c'erano nuvole, solo tanto sole. Passammo il valico, ma di acqua non c'era traccia. Camminammo altre sei ore, scendendo verso valle. Da lontano scorsi una malga, poi iniziai a vedere cespugli di mirtilli...ed infine riuscii a sentire il rumore inquieto dell'acqua di un torrente. Ricordo che tutti noi abbiamo ritrovato di colpo le energie, il sorriso, l'entusiasmo. Poi mi ci sono infilato dentro fino al ginocchio. Desideravo tutta l'acqua della terra, e finalmente ce l'avevo a portata di...bocca.

martedì 22 dicembre 2009

LA PECORA


Sono le 10 del mattino. Io e Barbara siamo a fare l'inventario nel magazzino dell'ospedale. Oramai credo di sapere a memoria nomi e aspetto di ogni singola scatola, di ogni singola pillola. E' una palla mostruosa, polvere in ogni scansia, l'ordine alfabetico che non mi sembra corrispondere a quello che ho imparato a scuola, quantitativi che non coincidono mai con le risultanze dei registri, ...ma si deve fare. Speriamo di cavarcela in fretta. Cristiana è nel suo solito studio, alle prese con malati e malattie di cui diremo oltre. Emanuele è a casa. Squilla il telefono. E' don Alberto. Lui e Don Daniele sono qui da anni per diffondere la parola e gli insegnamenti di Gesù. Sono della provincia di Milano. Don Alberto è tornato da poco dalla brusse (villaggi della savana dove va per le catechesi). E' affaticato da ore di macchina sulle piste e vorrebbe dormire. Da un paio d'ore una piccola capretta bela straziante non lontano dalle finestre della sua stanza. "Potete far smettere quella pecora che è legata all'albero ?" Il tono è appena cordiale. Chi c'era racconta davvero che 'sta povera pecora era agli stremi. Forse non mangiava da giorni, era sola ed impaurita. L'aveva "parcheggiata" lì uno dei volontari. Più tardi sarebbe passato a riprenderla. Servirà per il pranzo di Natale.
Prontamente il guardiano sfronda un cespuglio con il suo macete. La pecora si sazia, il Don può dormire tranquillo.

VENTO DAL NORD

Che stamattina ci sia qualcosa di diverso, si capisce non appena usciamo di casa per andare alla preghiera comunitaria in ospedale. Sono le 7.25 ed un vento caldo ci soffia sulla pelle. A casa mi era successo di sentirlo solo nelle estte torride di agosto. In un baleno penso: mamma, arriva. Chiedo a Benjamin e lui mi conferma. E' il vento del Sahara. Djamboutou, dove abitiamo, e situato al nord del Cameroun; primi inizi della savana. Salendo a nord per tre ore di macchina troviamo il Ciad ed il deserto è a casa sua.
E' il 18 dicembre, dall'Italia giugono voci di 40 cm di neve. Vento dal nord, pure quello. Che si fa? Non per farvi fastidio, ma qui siamo in pantaloncini corti. Persino le pecorelle del presepe hanno caldo.
E comunque io provo invidia per non poter fare un pupazzo di neve nella nostra nuova terrazza. E per non poter fare un po' di snow. Sulla sabbia, nel deserto. La neve mi sa tanto che tarda ad arrivare, qui.

LA FESTA DI SAARE JABBAAMA

Natale sta arrivando. Gli educatori di Saare Jabbaama domani mattina all'alba partiranno per riaccompagnare i ragazzini dalle loro famiglie. Durante le feste di Natale tentano sempre un reinserimento. Anzi, lo fanno d'abitudine ad ogni interruzione della scuola. Staranno via qualche giorno; le famiglie dei ragazzini in difficoltà sono sparse davvero un po' in tutto il Cameroun. Alla fine, solo 4 ragazzini resteranno a Saare Jabbaama. Per loro non è ancora tempo di reinserimento; le famiglie non danno ancora le necessarie garanzie, ed il rischio che i bambini tornino in strada è elevatissimo. In più, c'è il richiamo forte degli altri ragazzini che vivono in strada.
Prima di partire, gli educatori hanno preparato una semplice festa di arrivederci, alla quale ci hanno invitato. Al nostro arrivo i ragazzini erano un po' "ingessati" nel protocollo della festa. Poi hanno iniziato con delle scenette a tema, con giochi e balli...era strano sembrava di essere a un fuoco di bivacco in branco, ma i bimbi sono diversi, l'età è la stessa ma la vita è diversa, le esperienze e le parole sono diverse.Sono ragazzini che hanno vissuto per strada, che hanno viaggiato e che hanno trovato il modo di sopravvivere dormendo per terra, mangiando per strada...
Raccontano che hanno voglia di tornare a casa; dalle loro parole e dalle loro emozioni si capisce bene che sanno che il loro cammino sarà difficile. Ma sanno anche che è stata concessa loro questa stupenda e felice possibilità, di riprovarci, di ripartire.
Si balla un pò. Loro sono davvero snodati, hanno movimenti per me innaturali. Ma sono loro a condurci, a insegnarci...
E quando è ora di andarsene vogliono tutti un abbraccio, e se c'è tempo anche più di uno...

Cristiana qui rinasce. Lontano dall'ospedale, dalla routine, dalla insopportabile idea che qui non sta ancora facendo quello che desidera, qui a Saare Jabbaama ha di nuovo il suo sorriso.

I REGALI DI NATALE


Sabato ci sarà la festa dei dipendenti del COE; un po' come la cena aziendale, ma allargata a mogli, mariti e figli. Giusto per dare un'idea dei numeri, saremo in 320 circa. Quello che tira sù, è il numero di bambini. 5-6 è la normalità, ma c'è chi è arrivato a 14. Noi siamo intenti a preparare i regalini di Natale. Una sciocchezza (2 pacchetti di biscotti, un chupa chupa e 2 caramelle), ma è una tradizione. E soprattutto è bello per i bambini ricevere un regalino.
Mentre siamo intenti nel nostro lavoro, ascoltiamo un po' di musica. E' un momento molto bello, di comunità. Ridiamo, scherziamo; chi conosce Jovanotti intona le sue canzoni. Sento che per la prima volta siamo dentro in questa casa davvero in pienezza. C'è un clima di complicità. Fantastichiamo e ragioniamo sulla possibilità di prenderci tre giorni di svago subito dopo Natale; un viaggetto al nord, per vedere un po' questo paese.

Sabato è arrivato. La sala è piena, ma ordinata. Peccato non poterci fermare per qualche ballo, ma fra tre ore qui ci sarà una festa di matrimonio. Quando consegnamo ai bambini il nostro piccolo regalino, gli si illuminano gli occhi. Con le manine cercano subito di scartarlo. Che belli che sono....



ALLO STADIO [13.12.2009]


Poche cose da raccontare questa settimana, ma una proprio non si può tacere. Il "nostro" impresario (quello a cui sono affidati i lavori di ampliamento dell'ospedale) ci attende fuori dalla chiesa (la messa qui dura almeno 1 ora e mezza, con annessa traduzione in lingua foufouldé, per le persone che arrivano dai villaggi vicini) con 5 magliette della Roumde Adjia-FC. Proprio così, il nostro imprenditore è presidente di una squadra di calcio (mi ricorda qualcuno). Lo scorso anno sono riusciti a centrare la promozione e quindi quest'anno giocano di diritto nella massima serie. Saranno i soldi che gli abbiamo dato qualche giorno prima (!) o forse perché gli siamo simpatici (?), ci invita all'incontro del pomeriggio. Ore 15.30 allo stadio cittadino. Lo stadio l'avevo visto in google, prima di partire dall'Italia; non pensavo riuscissero a mantenere un terreno con un'erba così bella e verde. Non fosse altro perché fuori ci sono 40 gradi. Sotto una candela assurda, entriamo. Di fronte ci sono le tribune. Spettatori pochi, ma gioca la seconda squadra della città. La prima è in trasferta, e guida il campionato. Ci sediamo comodi comodi sulle gradinate. A dire il vero fa così caldo, che il sedere brucia. Alcuni tifosi ci inquadrano subito (gli unici con il cappellino e zainetto). Vengono a fare conoscenza; sono incuriositi (perché non abbiamo scelto la tribuna coperta, il cui costo è di equivalenti 2 euro) e quando diciamo loro che siamo italiani...stupore e congratulazioni. Siamo i campioni del mondo (!), i nomi dei giocatori della nazionale li conoscono tutti a memoria, ...ma ci sfottono per Silvio. Noooo!! sono venuto via dall'Italia per non sentirne parlare più. Ed invece, a migliaia di chilometri da casa, durante una partita che deve ancora iniziare (siamo arrivati in anticipo perché poteva esserci la fila !), mi parlano di mafia, di leggi "ad personam" e di veline. Per concludere che "con i soldi si riesce a comprare tutto". Non ci potevo credere. Penso: perché con tutti i problemi che hanno, impiegano il loro tempo ad interessarsi di Silvio ? Forse perché la cosa li diverte, o forse perché percepiscono che tutto sommato loro non sono poi messi così male. Mah !
Da questo terribile confronto, ci salva un gol della "nostra" squadra (il solito culo di noi italiani). In mezzo al tripudio di molti, un tifoso scatenato corre per tutta la gradinata, urla di gioia, canta e balla. Nel frattempo perde ad una ad una tutte le sigarette, quindi gli cadono gli occhiali e infine gli si sfila una scarpa. Ma lui continua ad esultare. Nulla di strano, come da noi. E' la forza del pallone.
p.s.: il gol era regolare e molto bello, una girata al volo sul filo del palo.
Resistiamo sotto il caldo solo il primo tempo, poi "asciugati" dal sole ce ne torniamo a casa. La partita finirà 2 a 0 per noi. Il giorno dopo, il nostro presidente-muratore ci fa sapere che in tribuna aveva riservato per noi due posti speciali, con tanto di picchetto d'onore. Vabbè, sarà per la prossima partita.




PIZZA E FORMAGGIO [10.12.2009]

Le tradizioni sono le stesse, in ogni angolo di mondo. E così, il sabato sera non può mancare la pizza. Qui non la vendono, ovviamente; mentre la coca-cola è ovunque. La prima sera che abbiamo mangiato la pizza l'aveva fatta Anna. E' stata una gradita sorpresa. Da quando Anna e Chicco sono partiti, abbiamo dovuto trovare in fretta e furia qualcuno che imparasse a fare la pizza (ed il formaggio). Per la pizza non è stato un problema; Cristiana, pur di non restare senza, ha deciso che pure lei può cucinare (cosa che non ama fare). Ma devo dire che i risultati sono davvero ottimi. Anche la ritualità secondo cui la pizza veniva fatta solo di sabato, è stata superata. Così, per festeggiare degnamente i 19 anni di Cristiana, oltre ala pizza c'era anche una torta....il ritorno di Nonna Papera. Qui per lo più si fanno crostate o comunque dolci secchi. Gestire un dolce al cucchiaio o un dolce con panna non è agevole. Per il caldo e perché il frigo è costantemente pieno di bottiglie d'acqua fresca.



Per il formaggio sulla pizza, ci stiamo attrezzando ad imparare l'arte di fare la mozzarella. Nel frattempo, Barbara produce ogni sabato 2 ricotte e 2 formaggi. Il latte ce lo portano i bambini di un villaggio qui vicino. Arrivano con il loro cesto, in equilibrio perfetto sulla testa, contrattano il prezzo e ritornano puntualmente il sabato a seguire. Mi dispiace solo non sia possibile fare una foto, perché una delle bambine ha uno sguardo che ti ruba l'anima.


mercoledì 9 dicembre 2009

COME SOSTENERE I PROGETTI

Ciao a tutti, belli e brutti, buoni e cattivi.
A quasi un mese dal nostro arrivo, iniziamo solo ora ad avere le idee più chiare; anche dei veri bisogni che ci sono qui.
Diversi di voi ci stanno chiedendo come possono sostenerci; o meglio, come possono sostenere i progetti che ci sono quaggiù.
Vorremmo chiedervi dei regali per i bambini, del cibo per le mamme, dei medicinali, dei vestiti e delle scarpe, dei computer e dei libri,... ci risulta più semplice e veloce chiedervi di inviarci dei soldi, quello che desiderate.
Vi indichiamo a seguire i vari progetti che oggi sono presenti e che necessitano del sostegno di tutti. Se vorrete indicare la vostra preferenza, meglio; altrimenti li indirizzeremo noi verso le necessità più urgenti.
Elenco dei progetti
Progetto CFAP: progetto di sviluppo rurale
Progetto HNDA: sostegno costruzione ospedale
Progetto EDR: progetto di reinserimento sociale bambini di strada
Progetto MJC: centro di formazione e animazione socio-educativa per adolescenti

Vi indichiamo infine tre modalità, che abbiamo individuato tra le possibili alternative, per farci pervenire il vostro sostegno. Se ne trovate altre, fatecelo sapere ai nostri indirizzi mail, in maniera tale da poterle condividere:
alberto_sisani@libero.it, crisnardi@libero.it
In tutti i casi ricordatevi di inviarci una mail a bonifico effettuato, indicando l'ordinante (cioè chi siete), la modalità di versamento, la data di esecuzione e l'importo della donazione oltre all'eventuale preferenza per il progetto sostenuto.
Un grosso abbraccio da Alberto, Cristiana, Barbara, Emanuele, Angelle e... tutta Djamboutou.


Versamento su conto corrente bancario in Italia, intestato ad Alberto Sisani
Le coordinate del c/c bancario, presso la Cassa Rurale ed Artigiana di Brendola – Credito Coopoerativo, sono lo seguenti:
IBAN = IT25 D0839960100000000046684.
In questo caso voi sosterrete le sole commissioni per effettuare il bonifico presso il vostro Istituto di Credito. Le spese per il giroconto tra Italia e Cameroun (che faremo solo settimanalmente, dopo aver raggiunto un importo minimo di invio) saranno in parte sostenute dalla Cassa Rurale; la banca ricevente il bonifico estero, ossia la Societé Generale de Banque du Cameroun (SGBC) presso la quale è instaurato il conto della ONG COE, tratterà in ogni caso una commissione.


Trasferimento tramite Western Union
Sul sito www.westernunion.com potete verificare i costi di invio da Agenzia o tramite Carta di Credito. Indicativamente le commissioni sono:
per 100 euro inviati: 14,50 euro
per 200 euro inviati: 22,50 euro
per 500 euro inviati: 32,00 euro
per 750 euro inviati: 39,00 euro
per 990 euro inviati: 49,50 euro

Non è possibile inviare più di 1.000 euro per volta.
E' conveniente pertanto, se scegliete di utilizzare tale mezzo di invio, che mettiate insieme più collette, per arrivare al limite massimo inviabile.

Invio denaro direttamente alla Societé Generale de Banques au Cameroun (SGBC)

In questo caso il vostro Istituto di Credito vi applicherà le commissioni per un bonifico estero (solitamente molto maggiori di quelle di un bonifico Italia); anche la banca ricevente (SGBC) applicherà una commissione. E' forse la modalità più costosa per l'invio di denaro. In ogni caso, se preferite tale mezzo di invio, le coordinate bancarie del beneficiario sono le seguenti:

Ragione sociale: CENTRO ORIENTAMENTO EDUCATIVO
Indirizzo: B.P. 1385
Località: GAROUA
Paese: CAMEROUN
Codice IBAN: CM21 10003 00700 16070003083 11
Codice BIC/SWIFT: SGCMCMCX
Descrizione banca: SOCIETE GENERALE DE BANQUES AU CAMEROUN

Inviate Euro. Il tasso ufficiale di cambio è pari a:
1 euro = 656 CFA (franchi camerunesi).

Se la linea funziona un pò meglio, a breve pubblicheremo anche le immagini dei progetti.









DOMENICA IN GITA


MERCATO



Domenica siamo stati al mercato, in un centro a mezz'ora da qui. E' un peccato che non si possano fare foto liberamente (bisogna aver rispetto), c'erano spezie dai mille colori e odori. Un sacco di gente. Angelle porta a casa 2 galli. Lungo la strada si ammira uno scorcio di savana.
Stiamo progettando una tre giorni al nord, subito dopo natale. Se ci si riesce si va in un parco naturale.