venerdì 18 giugno 2010

VACANZE: A ZONZO


Volevamo dormire, erano appena le 22.00 ma eravamo "cotti". Spenta la luce, stiamo per prendere sonno quando sentiamo il rumore di una portiera d'auto chiudersi. Voci in strada. Il suono del campanello. NO! E invece sì, sono loro. I soliti ragazzacci degli scout che vengono a parassitare a casa nostra. Ma ci fa piacere vederli, portano sempre il sorriso in casa nostra, oltre ad un po' di confusione. Si buttano subito sul divano, da mangiare non abbiamo nulla da offrire, ma si resta a parlare un'oretta. Fanno strane domande, insolite. Come per esempio perché non siamo abbronzati. Perché fa troppo caldo per restare sotto il sole e perché anche noi lavoriamo. Dopo un po' si accorgono che stiamo crollando. Se ne vanno, ma l'appuntamento è per l'indomani. A messa.
Anche il risveglio è strano. Casa vuota, silenzio, il microonde che occhieggia, il bagno dall'altra parte della casa, le finestre chiuse da riaprire, le campane che non suonano, ...
Decidiamo di andare a messa in tram. E' comodo, quello sì, e ci permette di guardarci intorno, di osservare la nostra gente. Cogliamo sensazioni differenti. Sono tutti un po' di fretta, tutti molto silenziosi, tutti intabarrati nelle loro giacche perché la primavera tarda ad arrivare, lo sguardo un po' perso, i colori pastello molto attenuati, su tonalità autunnali. La gente non si parla, non si saluta. Mancano le voci dei bambini, mancano i bambini, non ci sono i variopinti tessuti africani, nessuno che ti stringe la mano, mancano gli spazi grandi, il respiro libero, il cielo azzurro, le case basse di terra. Si capisce che è un altro modo di vivere la vita. Né più bello né più brutto. Diverso.
A messa la chiesa è piena ma non gremita. La gente ordinatamente seduta sui banchi, bimbi compresi. I canti sono solo per il coro. Una chitarra solamente (anche se ben suonata). Diversa dalla messa bilingue (francese e dialetto foufoulde) che è piena di canti, di tamburi, di gente che balla...e che finisce dopo circa due ore. Ma non pesa. La festa al di fuori, invece, è uguale.

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