venerdì 25 giugno 2010

IMMANCABILI CINESI

Tra i tanti "impegni" di questi giorni c'è anche quello di corredare la casa cumse di ciò che manca. Giorno dopo giorno, necessità dopo necessità, la lista si completa. Nei container inviati dall'italia pochi hanno pensato al materiale per la casa, qualcosa c'è...il resto lo cerco in città. Al mercato, trattativa dopo trattativa (e quando arriva il bianco tutti si precipitano per il grande affare). Nei magazzini, ma gli articoli o sono finiti o sono di scarsa qualità. Per le cose più impensabili ricorro ai cinesi. Sì, proprio loro. Anche qui. Come in ogni altro luogo (al di fuori dell'asia) sono nascosti. Non li vedi in città, ma ci sono. Li trovi seduti dietro il bancone del loro negozio (boutique), a far la cassa. Mi chiedo se sappiano il francese...No, non lo sanno. E se vogliamo affermare che lo sanno, allora io potrei insegnarlo all'università. Il problema sorge quindi quando gli devo chiedere se hanno una tenda per la doccia. In francese sarebbe più o meno così: "est-ce-que vous avez les rideaux pour la douce ?" In pratica il concetto chiave è " les rideaux" (le tende, che foneticamente si pronuncia "le ridò"). E lui mi chiede: "lelidò?" (alla cinese, appunto). "lelidò?" Provo a gesti a farmi capire, cerco di disegnare sull'aria cosa dovrebbe essere...forse in cina non le usano, oppure è un foglio di carta di riso, non so. Per fortuna arriva un "commesso" (forse aiutante, o forse "schiavo") camerunese. In che lingua si siano parlati non lo so proprio, forse il ragazzo camerunese ha studiato il cinese, forse. Comunque lui ha capito e mi tira fuori una "cineseria". Una tenda sottile sottile, che un fazzoletto di carta è meglio. Lascio perdere, costava un botto e si sarebbe rotta dopo una sola doccia. I ragazzi troveranno un'altra soluzione.

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