venerdì 18 giugno 2010

ANCORA DOGANA

Abbiamo riposato un giorno intero in capitale. Siamo ospiti di un'altra struttura del COE, un centro di animazione socio sanitaria. Qui hanno un piccolo ospedale in un quartiere cittadino. In un anno fanno partorire 3500 mamme. Noi al nord non arriviamo a 600. Ritroviamo Giuseppe, Aurora e Tina. Giuseppe è come sempre un mare in tempesta, pieno di idee, pieno di conoscenze. Ha appena terminato di seguire la costruzione di un altra ala dell'ospedale. Lui sì che è bravo, lui sì che c'è riuscito. Vorrei tanto anch'io. Aurora invece è una missionaria comboniana che ti stupisce sempre con i suoi rimedi naturali a base di piante. Sta studiando da sei mesi il francese, ma inforca una serie di francesismi tagliati con lo spagnolo che assomigliano tanto al nostro veneto rivisto in salsa catalana. Insomma "nun c'ea fà". Scopriamo invece una Tina brillante, energica, piena di voglia di sperimentare anche dopo 40 anni di africa. Io domani riparto, Cristiana si ferma per una settimana a far nascere bimbi (se glielo faranno fare).
In aereoporto ci arriviamo con un certo anticipo. Quattro ore, non so perché visto che poi si attardano ad aprire il check-in. Ho solo uno zainetto e i miei due fidi scatoloni, pieni zeppi di "puttanate". Dico così perché sono pezzi che si trovano anche in cameroun, di qualità forse inferiore, ma intanto io mi sto portando dietro 38 kg di materiale. Pago il sovraccarico e mi imbarco. Qui i controlli sono stati ...nulli.
Con la gioia nel cuore parto. Dovrei scendere a Garoua ma l'aereo decide di andare più a nord (scalo a Maroua) per poi ritornare indietro. Che bello...a me che poi piace tanto atterrare e decollare. Finalmente alle 12.00 atterro, con un ritardo di un'ora. Aspetto le mie valigie di cartone, le carico sul mio carrellino preso d'assalto dai portabagagli (ma che adesso so come tenere a bada) e mi avvio all'uscita. Semplice. Semplice per te. A un metro dalla porta (perché qui siamo un po' più artigianali nei controlli), il capo della dogana ferma il mio carrellino con un piede e mi chiede cosa trasporto. Provo a spiegarglielo ma mi chiede di seguirlo nel suo ufficio. Che palle ! 'Sti due scatoloni (e chi me li ha consegnati) mi stanno facendo girare... Apro, guardano il materiale, riguardano il passaporto ed il permesso di soggiorno..."e le fatture dove sono ?" Le fatture ? C'è mezzo aereoporto pieno di gente che trasporta le proprie cose in scatoloni e tu vieni proprio da me che ho pure gli scatoloni più piccoli ? Le fatture non ce le ho ! Provo a spiegare che è materiale donato, che è per l'ospedale, per una missione umanitaria...è già tanto se mi ridanno il passaporto. Devo tornare domani con le fatture ed il responsabile dell'ospedale. Esco con solo il mio zainetto, incazzato nero; ad attendermi ci sono Dino, Riccardo ed Enrico (i volontari CUMSE arrivati ad inizio maggio). Dino mi chiede se gli ho portato il materiale...vorrei spaccarglielo in testa il suo materiale !

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