domenica 22 novembre 2009

.VOIR..JUGER..AGIR...[17.11.2009-18.11.2009]

Mentre Cristiana lavora (lei sostiene che tra noi quattro nuovi volontari è l'unica a lavorare), io, Barbara e Emanuele siamo stati ad un incontro diocesano. A parte il fatto che sono dovuto venir fin qui per farmi "incastrare" in una cosa del genere, provo a descrivervi com'è andata.

Arriviamo in una sala che sembra una palestra, piena di missionari, laici, volontari di ogni titolo e grado, parroci e suore. Tutti ordinatamente seduti sulle noste seggioline di plastica. Ad un certo punto un fascio di luce parte da un pc e si apre magicamente un power point (non ci credete, vero?). Dal microfono gracchiante esce la voce di Abbé Thaddée, un prete nero nero. E' energico, spigliato e molto deciso nel suo intervento. L'intervento verte sull'ultima enciclica del Papa Benedetto XVI, "Caritas in Veritate".

Sembra una palla mostruosa, in realtà l'Abbé ci sa fare.

Oddio, il power point ve lo raccomando...ha cercato di mettere tutte, ma proprio tutte, le combinazioni di ingresso dei testi (per chi ha un pò di pratica: da sopra, da sotto, di lato in diagonale, sfumate dal centro,...insomma, effetti speciali...davvero). Legge, le legge tutte.

Mi colpisce un passaggio, fra tanti: VEDERE, GIUDICARE, AGIRE. L'ho già sentito, magari con termini differenti, ma non mi è nuovo. Anche durante i corsi universitari. In ogni caso è così. E prima di muoversi, in questo continente così diverso dal nostro, prima di fare cose inopportune, è meglio conoscere, capire. Poi pensare, pensare e ancora pensare. Quando pensi di aver finito, si può tentare di fa qualcosa. Sperando che vada bene.



A parte la piega che l'Abbé fa prendere a questo concetto, ripetuto mille volte, mi sembra che siamo tutti lì ben disposti a cambiare le cose che qui non vanno. Per loro, ma assolutamente CON loro, in condivisione. Peraltro non è facile. Ti rendi conto che le culture sono diverse, qui la marcia è ridotta. Tu ci metteresti un'ora per fare una cosa, loro ci impiegano una giornata. Ma non è la mancanza di mezzi o l'ignoranza. Anzi, qui sono molto svegli. E' proprio la loro indole, senza giudizi negativi... anche se alle volte ti vien rabbia. In ogni caso, tu l'Africa non la cambi; è l'Africa che cambia te.



Tutto bene fino al dibattito finale, quando si scatena una mezza rissa. Il contendere ? Una osservazione del Vescovo che, dati alla mano, evidenzia come i contributi delle parrocchie(insomma, la colletta alla messa) sono in calo. Bhé, penso io, che c'è di strano ? Crisi a parte (perché c'è anche qui), se siamo tra poveri, che cazzo vuoi raccogliere alla messa, ...che neanche hanno di che mangiare...Poi si corregge e dice che i conti delle varie ONG presso la diocesi hanno pochi fondi. Eh già, se abbiamo dei soldi li teniamo proprio lì !!?? E con cosa sosteniamo e paghiamo le persone ed i progetti che facciamo ? Quindi altro giro su sé stesso ed il Vescovo inizia a dire che bisogna coinvolgere più fedeli, altrimenti le parrocchie non vanno avanti. Qualcuno fa notare che forse sarebbe opportuno che il Vescovo ed il suo staff conoscesse meglio le realtà delle parrocchie, le difficoltà delle associazioni/ONG stesse ad operare nel territorio....mi sembra di essere a casa. Continente che vai, problemi che ti ritrovi.

Io ho una mia idea: il buon esempio ed il buon senso. Come altrove, manca una classe "dirigente" che sappia essere da traino, con una forte moralità. La corruzione mi sembra ovunque, in ogni angolo. Rubano sul materiale da costruzione, ma l'Ospedale è per loro. Rubano le medicine, ma sono per loro. Ma è la forza della disperazione, l'angoscia del superare la quotidianità, la mancanza di entusiasmo nel voler vivere e cambiare il proprio futuro. Una classe di "ben pensanti" qui non c'è. Chi può, terminati gli studi, se ne va in cerca di una vita migliore, di un domani senza sofferenze.

Eppure c'è una parte di questa gente che va aiutata. E' l'ora dell'AGIRE, ma stiamo ancora cercando i mezzi...e le persone (tutti compresi).

1 commento:

  1. io ho spesso trovato che non sappiano credere nel futuro.
    sono stati beffati troppe volte, non ci credono più... quindi invece di un ospedale che domani non funziona, meglio un pò di mattoni oggi per la loro casa o la loro attività...tanto per l'ospedale prima o poi altri mattoni arrivano, scommettiamo?
    dura da cambiare, ci vuole tempo, costanza e determinazione e in pochi se li possono permettere.
    Non si cambia l'Africa, ma se smettessimo di appofittarne si rimboccherebbero le maniche e si darebbero da fare.
    Dura da cambiare, anche la nostra parte di mondo...

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