mercoledì 11 novembre 2009

IN ATTESA DI RIPARTIRE [07.11.2009-08.11.2009]


Di questi due giorni c'è poco da raccontare. Due delle responsabuli del Centro sono fuori città per partecipare all'ordinazione di una amica, che diventerà sorella carmelitana di clausura. Restiamo al Centro solo con Monica e il Don. E' fine settimana, i ragazzi stamattina faranno il compito in classe per la verifica delle competenze acquisite. Con Monica andiamo a visitare il vicino Ospedale Saint Luc. E' sempre molto affollato, ma le persone sono in fila rispettose, in attesa del loro turno di visita. La struttura ospedaliera è ad un piano, ma conta diversi reparti. C'è un laboratorio di analisi (si lavora ancora con il microscopio a lenti e vetrini) ed un reparto di oftalmologia, oltre agli studi dei medici. Qui funziona così: arrivi con il tuo carnet (libretto sanitario) e scegli, in base ai soldi che hai, da chi vuoi farti visitare. L'infermiere costa meno del medico, ovviamente. Le prestazioni si pagano, non so quanto, ma si pagano tutte. Ripenso alla sanità in Italia, di cui tanto ci lamentiamo; quanto meno lì l'accesso agli ospedali ed alle cure sanitarie è garantito a tutti, e paga la collettività. Se anche Obama cerca di avvicinarsi a questo modello, stravolgendo decenni di dominio delle compagnie assicurative, forse qualcosa vorrà dire. Ripenso a Silvio che invece voleva copiare il modello di Bush....Essere qui serve anche a capire quanto siamo fortunati, e che dobbiamo lottare per diritti acquisiti che sono il bene della nosta società.

Nel pomeriggio c'è la festa della cooperativa. La giornata è autogestita dai ragazzi. C'è un torneo di pallamano ed uno di basket. Sono molto atletici e molto aggraziati nei loro movimenti. E rispettano le regole del gioco e l'avversario. L'allenatore ha frequentato dei corsi di aggiornamento tenuti qui in Cameroun da alcuni dirigenti sportivi dell'Inter. Prende il suo compito molto seriamente. Si è fatto comprare fischietto, cronometro e birilli. Poi, per gonfiare il pallone, hanno bisogno del compressore del Don, ma poco importa. Piccole stonature di un mondo che cerca di copiare il modello occidentale.

Con il Don, un prete strano, che è stato anche arruolato nella marina militare, che da giovane ammazzava i gatti e se li mangiava, e che ha riparato da solo un vecchio Land Rover, siamo stati a vedere l'Oasi della Pace. Una comunità sperduta in cima ad una collina. La strada per arrivare passa dentro la foresta, è piena di buche ma da ogni dove sbucano bambini per salutarci. Lungo la strada abbiamo trovato una jeep ribaltata. Presso il Tempio c'è una comunità di suore contemplative (si danno il turno per pregare e contemplare la Croce 24 ore al giorno, tutto l'anno). Dalla sommità della collina si domina la vallata, la città di Mbalmayo ed il fiume che l'attraversa. Da qui sì che si ha il senso dell'immensità della foresta. Con il telefonino abbiamo scattato qualche foto.

Andiamo a nanna presto, sono le 21.00.
Siamo ancora stanchi e dobbiamo recuperare. Buonanotte

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