giovedì 14 ottobre 2010

SULTANATO DI GOULFEY [2]

Lasciamo la strada asfaltata per l'ultimo pezzo di viaggio che ci porterà a Goulfey. Siamo in orario, ma abbiamo ancora un'oretta di pista. Sembra buona, ...sguisccccc...siamo bloccati; siamo in mezzo al fango. Le gomme non hanno molte tacche e non fanno presa sulla mota. Abbiamo lasciato l'asfalto da solo un quarto d'ora. Presto per fermarsi. Che sia il caso di rivedere i nostri piani ? Strano, ci avevano assicurato che la strada era fattibile. Forse non avevano visto le nostre gomme usate....Scendiamo dal pickup per capire come venirne fuori. Sul cassone abbiamo una corda ed una zappetta. Emanuele sembra il meno preoccupato, quando va in brousse gli capita spesso di impantanarsi. Allora tutti accorrono e gli danno una mano a venir fuori.
Anche qui succede così, ma vogliono esser pagati. Si tratta ed alla fine ne siamo fuori. Cambio alla guida; a condurre sarà Alfons, il più esperto su questo terreno. Ed in effetti saltiamo alla grande il successivo banco di fango. Ci fermiamo pure ad aiutare un furgoncino stracarico di gente. Quandi ci sembra che il fango sia troppo, scendiamo dal pickup e guardiamo con il fiato sospeso Alfons che a tutta passa le pozze. I punti critici segnalatici sono quattro, e li abbiamo passati tutti. La macchina ha retto, è un po' sporca (è decisamente sporca), ...ma eccoci al sultanato.
Sono tutti musulmani; lo si capisce dalle ondate di fedeli che sono stesi a terra rivolti alla Mecca, in preghiera. Non avvertiamo alcuna sensazione di pericolo.
Sono le 13.00, è già ora di trovare un posto per dormire ed organizzare il giro al lago per domani. Qui non è facile gestire cose anche così semplici. La casa che il sultano aveva destinato agli ospiti visitatori è occupata da un gruppo di famiglie, che non ce la cederanno. Ristorantini (quelli di qui) non ce ne sono. Anche chiedere informazioni non risulta facile; pochi parlano il francese, ed il dialetto che parla Alfons non è nemmeno lontanamente compatibile con quello loro.
Mangiamo in strada, sotto una copertura fatta di paglia. Per la trasferta in lago Ciad troviamo la disponibilità del comandante dell'esercito (un avanposto fatto da tre persone) a prestarci la loro piroga a motore; la benzina è a nostro carico, lui ci affiderà a due suoi gendarmi. Da un rivenditore locale contrattiamo l'acquisto di 80 litri di benzina. Si è sparsa la voce che siamo in "città", adesso tutti si propongono di aiutarci......

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