venerdì 15 ottobre 2010

LAGO CIAD

La notte è stata breve, il sonno non c'è stato. Il giaciglio era piuttosto arrangiato, io ho combattuto la mia battaglia personale con gli scarafaggi, Anna con le zanzare, Alfons ad un certo punto è uscito...come il pipistrello che ronzava sulle nostre teste. Quando suona la sveglia in realtà siamo già tutti svegli, ed è una liberazione. Sarà una giornata dura, speriamo ne valga la pena.
 
Passiamo a prendere il motore della piroga, i due gendarmi (Cip e Ciop), il piroghiere (quello che guida la piroga)...e cominciamo la nostra discesa lungo il fiume che ancora il sole sta sorgendo. La brutta notizia è che la piroga non può andare oltre Bangloua, per cui se vogliamo raggiungere il lago ciad dobbiamo arrangiare l'ennesima soluzione. La bella notizia è che ci sarà bel tempo...ed è per questo che indosso una camicia a maniche lunghe. Sennò sai come torno... un gambero è meno rosso. Voliamo sull'acqua. E' bellissimo. E' bellissimo questo posto, è bellissimo essere con questi amici, è bellissimo essere qui. E' bellissimo cominciare questa nuova piccola avventura. La natura è qualcosa di sensazionale. Il silenzio, le risate, i nostri due angeli custodi armati, ...il motore che si ferma, ma è solo perché la benzina è finita. Non deve succedere più, il serbatoio va rabboccato prima che sia a secco. Se ne occuperà Alfons. Il rischio è di non riuscire a ripartire. Lungo il fiume incontriamo un sacco di pescatori, la gente dei villaggi che ci saluta da lontano, gli aironi, mille colori. Dopo tre ore siamo al "confine". Dobbiamo abbandonare la piroga del sultano. Approdiamo e cerchiamo un provvidenziale contatto, mentre Cip e Ciop assicurano le armi in caserma. Qui parlano un dialetto ciadiano. La moneta è quella nigeriana; anche qui i curiosi si precipitano al vedere dei bianchi.

Anna tira fuori dal cappello il numero di telefono di un missionario spagnolo, al quale possiamo chiedere un aiutino. Lui sembra disponbile, e per accelerare le cose andiamo alla sua missione. Oramai è già mezzogiorno. É di poche parole, Padre Cisco. Ci offre da bere, ci suggerisce il prezzo oltre il quale non andare e ci lascia parlare con un altro piroghiere. Dopo un iniziale rifiuto (a questo punto il lago ciad sembra davvero un miraggio), nel segreto di una stanza Padre cisco riesce a convincere la nostra guida. Corsa in città per i visti, contrattazione per la benzina e...via.

Nessun commento:

Posta un commento