venerdì 10 settembre 2010

JEAN PAUL

Anche se il cantiere "apre" alle 7.30, dalla finestra della cucina mentre sorseggio il mio caffè osservo che un operaio è già fuori del cancello alle 7.00. E' l'unico, gli altri arrivano alla chetichella verso le 7.30. Si chiama Jean Paul. E' un omino mingherlino, dal viso segnato, ma ha proprio l'aria di una persona seria. Vedendolo lì sempre puntuale, alle volte addirittura in anticipo, mi sono chiesto cosa lo spinge ad essere "diverso" dagli altri. Una mattina siamo entrati in discussione e così ho scoperto che è un fervente cristiano. Mi sembrava di averlo già visto...adesso so anche dove. La domenica, quando c'è la messa, come da noi c'è l'usanza di arrivare in ritardo, a funzione iniziata. Ma diversamente da noi, qui ci sono i "guardiani del sepolcro". Sono il servizio d'ordine della chiesa e della parrocchia. Se a loro dire non è il momento di entrare, ti si parano davanti e tu non passi. Hanno la loro divisa, che non è altro che una fascia verde messa di traverso, tipo miss italia. E lui, Jean Paul, è un guardiano. Mi raccontava, dicendolo con fare molto fiero, di quando, girando tra i banchi, aveva cacciato una donna - a suo dire – vestita un po' troppo scollata. O di quando aveva mandato fuori un bambino perché piangeva durante messa. Ma ve lo immaginate da noi ?
Comunque lavora bene e tanto. Perché è come una missione.
L'altro giorno doveva salire sul tetto per chiudere tutta una serie di buchi dai quali entra acqua. Allora mi viene vicino e mi chiede se posso comprargli un paio di occhiali da sole (qui il tetto è in lastre di alluminio). Vederlo là sopra con occhiali scuri, caschetto giallo e guanti in cuoio bianchi perchè le lastre scottano era uno spasso. Sembrava un marziano...
Lui il caschetto ce l'ha (l'unico, peraltro) perché tra le tante cose ha fatto un corso sulla sicurezza in cantiere. Insomma, un po' "Mister" in versione africana...

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