venerdì 10 settembre 2010

MULTA

Ho preso una multa. Forse. Ancora non so. Devo presentarmi lunedì in comune per farmi spiegare bene l'infrazione. In ogni caso non è per eccesso di velocità (qui non hanno l'autovelox ma soprattutto non hanno le auto per correrti dietro) né per mancanza di cinture...ho parcheggiato i container in divieto di sosta. Si, proprio così. Oggi sono venuti due agenti (in due su una motoretta scassata e senza casco, e pure in ciabatte) in cantiere ed hanno iniziato a far domande sui nostri container piazzati fuori dal cancello. E' vero che sono in strada, ma è anche vero che qui non c'è una strada. Almeno non come siamo abituati noi. L'infrazione propriamente elevata è per occupazione del suolo pubblico senza autorizzazione. Termini che farebbero paura, ma che nel contesto di qui fanno un po' sorridere. Che sia un modo per chiedere un po' di soldi ? Vedremo come andrà a finire. Potrebbe anche essere un modo per finanziare la prossima campagna elettorale del presidente, che si ripresenta dopo 27 anni di governo, e che come ogni anno vincerà le elezioni.

'A BBELLOOOOOOO!

Qui succede anche questo. Ieri sera (tardo pomeriggio) stavamo uscendo di casa per andare a fare ginnastica in città (per mantenerci in forma e per rilassarci) quando ci capita l'imprevisto. Mentre ci stavamo dirigendo alla macchina, scorgiamo tre baldi giovani intenti a farsi delle foto, forse per un casting. Uno ci chiede se possiamo attendere un attimo prima di passare, l'altro è il fotografo intento a "impressionare" il terzo, che bellamente se ne sta appoggiato alla nostra macchina, occhiali da sole e posa da fighetto. Forse una foto ricordo per far colpo su una ragazza...chissà. Poi scappano di corsa, e da quel momento non se ne sa più nulla.

SCIOPERO

Lo sciopero che non ti aspetti...perché qui hanno lavorato anche il giorno di festa (cioè il 16 agosto, festa comandata dal Presidente della repubblica del Cameroun). Tutto ha inizio la sera prima, quando l'impresario viene a chiedere i soldi per pagare gli operai. Soldi che non gli spettano, perché gli sono stati già dati. Allora monta una sceneggiata e straparla. Convoca gli operai nel suo ufficio in città...e il giorno dopo in effetti il cantiere è fermo. L'ordine è di non presentarsi perché l'uomo bianco non ha pagato. In effetti le cose non stanno proprio così. La mattina che il cantiere è silenzioso, io e Benjamin siamo stati all'ispettorato del lavoro. La vera verità è che il suo nome sono stufi di sentirlo. Ha mille cause aperte con il personale, per mancati pagamenti. Fa anche un'altra simpatica cosa: si fa dare gli ultimi soldi per terminare i lavori e poi non finisce il cantiere. Ma ogni volta che finiamo in discussione, lui dice che lavora per la chiesa, che lui è un fedele cristiano. Sarà, ma a me non mi convince. La sera dello sciopero è passato tutto chieto, sorridente e tranquillo a chiedere i suoi soldi. "E perchè oggi non ha lavorato nessuno ?" Mi ha risposto che gli operai devono mandare i figli a scuola, hanno bisogno dei soldi..."E perché non glieli dai i soldi, visto che te li ho dati ?" La discussione continua per un'altra ora ma questa volta più serena. Si capisce che ne ha bisogno, dei soldi. Forse i suoi operai, una volta tanto, gli hanno fatto capire di essere un po' più onesto (anche perché io con gli operai nei giorni prima ci avevo parlato; avevo annusato la trappola e avevo detto loro come stanno realmente le cose: i soldi ci sono, i soldi li ha. Fateveli dare !). Forse loro sono meno attaccati ai soldi di lui, che li paga una pipa di tabacco e li riempie di parole.
Il cantiere è ripreso. Nulla sembra essere successo. Nessuno ha un commento da fare. Con me sono sereni. Mi vedono sudare con loro, spostare carriole di sabbia e di cemento, alzare sacchi e piastrelle. Perché non dovrebbe essere altrimenti ? Com'era? "...siamo dello stesso sangue tu ed io, fratellino..."

SALOMON

...e poi c'è Salomon. Arrivato da poco, è la punta di diamante dell'impresario. Il piastrellista per eccellenza. Cosa raccontarvi di lui ? C'ha un bernoccolo (che forse è anche una ciste o qualcos'altro) in piena fronte da due anni ma preferisce non farselo togliere. Quando Benjamin gli ha chiesto come gli è venuto, lui ha risposto che è successo a seguito di un grosso pensiero che aveva per la testa. Mah...

E' un tipo alto, forse un po' troppo alto per il lavoro di piastrellista che ti porta ad essere sempre "incucciato". Quando arriva con la sua moto fatta di mille pezzi appiccicati non so come, subito si cambia. Infila un paio di pantaloni lunghi blu, poi sopra ci mette un paio di pantaloncini corti con tasche piene zeppe di...boh? Ciondola lungo il corridoio, con le sue scarpine tutte plastica che ricordano quelle di noi bambini quando andavamo sugli scogli, al mare. Ci mette circa tre ore per preparare il "massetto" della stanza, poi segna una riga centrale, quindi attacca a posare le piastrelle. Nel suo lavoro è abbastanza veloce, ma occorre controllarlo sempre. Oramai ho capito che non si accorge che picchiattando le piastrelle con il martello in gomma, alla fine ce ne sono almeno due per stanza che sono rotte. Le fughe non sempre gli riescono dritte, quindi poi bisogna fargliele sistemare. Ma tutto sommato non lavora male, magari sono io che sono pignolo.

Ah, mi sono dimenticato: è strabico.

JEAN PAUL

Anche se il cantiere "apre" alle 7.30, dalla finestra della cucina mentre sorseggio il mio caffè osservo che un operaio è già fuori del cancello alle 7.00. E' l'unico, gli altri arrivano alla chetichella verso le 7.30. Si chiama Jean Paul. E' un omino mingherlino, dal viso segnato, ma ha proprio l'aria di una persona seria. Vedendolo lì sempre puntuale, alle volte addirittura in anticipo, mi sono chiesto cosa lo spinge ad essere "diverso" dagli altri. Una mattina siamo entrati in discussione e così ho scoperto che è un fervente cristiano. Mi sembrava di averlo già visto...adesso so anche dove. La domenica, quando c'è la messa, come da noi c'è l'usanza di arrivare in ritardo, a funzione iniziata. Ma diversamente da noi, qui ci sono i "guardiani del sepolcro". Sono il servizio d'ordine della chiesa e della parrocchia. Se a loro dire non è il momento di entrare, ti si parano davanti e tu non passi. Hanno la loro divisa, che non è altro che una fascia verde messa di traverso, tipo miss italia. E lui, Jean Paul, è un guardiano. Mi raccontava, dicendolo con fare molto fiero, di quando, girando tra i banchi, aveva cacciato una donna - a suo dire – vestita un po' troppo scollata. O di quando aveva mandato fuori un bambino perché piangeva durante messa. Ma ve lo immaginate da noi ?
Comunque lavora bene e tanto. Perché è come una missione.
L'altro giorno doveva salire sul tetto per chiudere tutta una serie di buchi dai quali entra acqua. Allora mi viene vicino e mi chiede se posso comprargli un paio di occhiali da sole (qui il tetto è in lastre di alluminio). Vederlo là sopra con occhiali scuri, caschetto giallo e guanti in cuoio bianchi perchè le lastre scottano era uno spasso. Sembrava un marziano...
Lui il caschetto ce l'ha (l'unico, peraltro) perché tra le tante cose ha fatto un corso sulla sicurezza in cantiere. Insomma, un po' "Mister" in versione africana...

L'IMPRESARIO

Con l'impresario abbiamo già avuto molto da discutere anche nei mesi passati. A me non piace; non mi piace il suo modo di fare, il suo modo di chiedere continuamente soldi per dei lavori certo non eseguiti al meglio, la sua sfacciataggine nell'aumentare i prezzi previsti dal contratto...ma d'altronde ha il coltello dalla parte del manico. Il cantiere doveva essere già terminato lo scorso anno, quindi in realtà siamo noi gli inadempienti.
In ogni caso si rivolge agli operai in maniera molto dura e soprattutto non li paga nei termini previsti. Già lo scorso anno erano entrati in rivolta bussando alla casa (allora c'era ancora la coppia di volontari precedente) per chiedere il salario. Chicco aveva dovuto calmarli e parlare di persona con l'impresario per convincerlo a rispettare le scadenza di pagamento.
Nel giorno di inizio cantiere lui si presenta verso sera. Una delle prima cose che mi dice, di fronte agli operai, è che mi devo cercare un magazziniere, cioè uno che consegni ogni giorno il materiale per eseguire i lavori quotidiani (non un pacco di piastrelle in più, non un sacco di cemento in più) e che faccia le verifiche che non ci siano furti. Lui stesso non si fida dei suoi operai. Questo lo trovo strano e stramaledettamente brutto da dire di fronte agli operai, che non ribattono nulla ("vittime" del loro padrone). In ogni caso decido che il magazziniere lo farò io. Tant'è, sono lì tutto il giorno a controllare che i lavori vengano ben eseguiti quindi...


10 agosto 2010

Eureka ! Evviva ! Ci siamo...oggi è il grande giorno. Almeno per me, lo è. Da ieri sto pensando come sarà questa nuova avventura, questa nuova prova. Se sarò capace di portarla a termine, se riuscirò a gestire tutti gli inconvenienti che sicuramente ci saranno, se sarò in grado di farmi capire... Oggi riparte per davvero il cantiere. Non che fino ad oggi non si sia fatto nulla, ...ma da oggi riprendono ufficialmente i lavori di ultimazione dell'ospedale. Fino a ieri abbiamo gestito l'arrivo dei container, lo scarico e lo smistamento del materiale, l'installazione dell'impianto idraulico e di quello elettrico, la posa delle porte e delle finestre in alluminio. Una grossa mano l'hanno data i volontari del Cumse venuti dall'italia. Ma da oggi la musica cambia. Da oggi ci sono solo loro: gli operai camerunesi, io e Benjamin. Da oggi ci sono solo braccia e mani, sudore e fatica. Perché in qualche modo è diverso. Prima i pochi operai camerunesi che davano una mano erano per lo più solo dei collaboratori; eseguivano il lavoro assegnato ma era pura e semplice manovalanza. Da oggi invece i protagonisti sono loro. Io girerò per il cantiere a fare dei sopralluoghi, a fare delle verifiche, a vedere che il materiale venga utilizzato al meglio, a parlare con l'impresario, ...sembrerebbe un lavoro d'ufficio. Ma non credo sarà così.

Alle 7.00 sono già lì; niente caschetto, niente scarpe anti infortunistica. Solo la mia cartellina con dentro le planimetrie, un righello, una matita e due penne...ed il mitico "quadernino". Qui c'è tutto il mio "studio". Per io che di cantieri non so nulla, i giorni passati sono stati giorni trascorsi a rimisurare le stanze, fare il calcolo del consumo di piastrelle per vedere se ne abbiamo a sufficienza, controllare gli stock di materiale (pittura, cemento, colla, ...). Devo dire che la vita di cantiere, appuntata su un foglio di carta, sembra semplice.
Alle 7.30 iniziano ad arrivare i primi operai. Non conosco nessuno di loro personalmente anche se un paio mi sembra di averli già visti in quartiere. Benjamin invece li conosce quasi tutti.
Il capo cantiere è uno dei primi a presentarsi. Si chiama Albert. La cosa fa ben sperare (!). Mi guarda e mi chiede se possiamo iniziare. Devo dire che mi coglie di sorpresa, forse dovevo pensare ad una cerimonia di inizio lavori ? Non so come si usa qui in camerun. Guardo Benjamin ma anche lui mi sembra smarrito.

Bene, allora. Mi presento, stringo la mano a tutti ed iniziamo a concordare le regole: si inizia alle 7.30 e si termina alle 16.30. Per ora è tutto qui. Buon lavoro.