mercoledì 21 aprile 2010

IL SABATO AL VILLAGGIO

Sabato. Cristiana stamattina non ha infilato la sua solita tutina verde. Ha invece inforcato i pantaloni da montagna che gli ha regalato Giovanna, infilato gli scarponcini da trekking...e via in moto con Diodonné. Il medico e l'infermiere a zonzo per i villaggi a fare vaccinazioni e educazione sanitaria.
Sono oramai le tre del pomeriggio; sono un po' preoccupato perché Cristiana è via da diverse ore e pensavo che avremmo mangiato tutti insieme. Poi arriva una moto. Sono, in effetti, un po' impolverati e stanchi ma sembra sia andata bene.
Cristiana mi racconta tutto di fila, come un fiume in piena. Tracanna dell'acqua e continua a raccontare le sue emozioni.
In cerchio sotto un albero, in mezzo alla polvere, sopra un tavolino sghangherato, con una folla di mamme e bambini per la vaccinazione contro morbillo, febbre gialla...
La vaccinazione è gratuita, l'unico benefit che passa lo stato. Ma non tutti i bambini possono farla...alcuni sono troppo piccoli, troppo magri, troppo malnutriti o troppo malati. questi bambini all'ospedale non ci arriveranno mai. Perchè? Perchè è difficile capire quando un bambino è malato, perchè è difficile che un padre dia i soldi alla madre per portare il bambino in città, perchè è difficile che un marito lasci andare una moglie in città sola...anche se per il bene del figlio.
Stessa storia per le donne incinta...praticamente tutte le donne sono incinta, il numero medio di figli è almeno 6...e poi bisogna distinguere quelli che sono vivi da quelli che sono già morti.
Si, è proprio così "quanti figli hai?" "8 ma 6 viventi" oppure "si ho partorito 7 volte ma ora ne restano 4"...
cosa significa per noi la morte di un figlio? Un dolore che non si dimentica per tutta la vita. bhè qui non è così. la vita va avanti.
Donne che sopportano infezioni addominali dolorosissime, aborti ripetuti, lunghi travagli con conseguenze irreparabili, emorragie di tutti i tipi. donne che vengono condotte all'ospedale sempre in condizioni disperate.
Cristiana mi racconta che durante il corso di medicina tropicale a Brescia una ginecologa aveva loro raccontato di un detto africano che a proposito del parto diceva più o meno così "Parto per un lungo viaggio, la strada è lunga e difficile. Può darsi che ritorni, può darsi che non torni più."
E se tante non ce la fanno, altrettante, il giorno dopo sono già in piedi. Sfoderano un bel sorriso e chiedono quando possono essere dimesse. Non vedono l'ora, non amano stare in ospedale. Spesso sposate a mariti che non hanno scelto, i figli sono l'unica vera gioia. E a casa ce ne sono tanti che aspettano il loro ritorno.

L'ultimo sabato al villaggio niente albero, vento e polvere. Ma una gran folla, quella sì. Il capovillaggio ha fatto preparare una stanza, così a turno si entra e si viene vaccinati.
Poi ad un tratto Diodonné ride, Cristiana ruota la testa....è entrato un cavallo. Attraversa la stanza, annusa siringhe e flaconcini di vaccini disposti ordinatamente sul tavolo, ed esce dall'altra porta.
Qui va così.

2 commenti:

  1. Me la vedo proprio la Cri motociclista! :D

    Comunque era ora che deste vostre notizie, mi stavo impensierendo!

    Sempre con voi,

    Mister

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  2. Cristiana che parla come un fiume in piena?!?! faccio fatica ad immaginarmela...

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