giovedì 29 aprile 2010

IL COMMISSARIO E LA POLIZIOTTA

Fare arrivare qui i container dall'Italia sembra davvero un'impresa epica. Forse il vagare di Ulisse per i mari potrebbe avere qualche somiglianza. Partiti da Genova il 13 gennaio di quest'anno via mare, sono qui in Cameroun da due mesi fermi alla dogana. Adesso sembra che finalmente possano caricarli sul treno per farli arrivare fino al nord. Così, da pochi giorni ho iniziato a seguire le pratiche burocratiche che necessitano per l'arrivo dei container dal capolinea del treno (280 km più a sud) fino a qui. Per scrivere la procura (in francese) ci sono voluti diversi tentativi, ma alla fine sono riuscito a farla timbrare. Mancava solo l'autenticazione e così mi sono recato in commissariato. Metal detector ? No. Guardie fuori con i fucili spianati ? No. Fila per attendere il proprio turno ? No. Entri semplicemente in una stanza (senza bussare perché la porta è spalancata), 3 scrivanie, 6 persone, uno che lavora. Chiedo a chi mi devo rivolgere. Mi viene indicato il commissario; gli consegno le carte. Non ho tempo di spiegarli cosa mi serve che mi fa cenno di mettermi a sedere in una panca in fondo alla stanza. Mi metto ad aspettare. Dopo 5 minuti con voce ferma chiama il mio nome, come se avesse di fronte una folla di persone e stesse cercando qualcuno in particolare. Mi avvicino e spiego le mie necessità. Nessun problema, servono solo tre firme. Nessuna tassa da pagare. Firmo e torno a sedere. La pratica deve passare di tavolo in tavolo, ognuno appone il suo timbro. Mi soffermo a guardare una polizziotta in tuta mimetica ed anfibi. E' anche una bella ragazza, forse un po' rude nei modi, ma molto graziosa. Addenta un mango (fatto come un caco) che sbrodola sui documenti sopra il suo tavolo. Mi viene da ridere, ma non è né il posto né il momento. Lei continua a guardarmi, come per dire "Che cavolo stai a guardare, eh ?", poi passa il gomito sopra le carte con l'intenzione di pulirle (avrà fatto non so quale disastro, io nel frattempo prego perché non siano i miei documenti) poi con aria di sfida mi mostra il mango e mi dice "C'est bon". "Bien sur", gli rispondo io.

1 commento:

  1. Quando si dice che tutto il mondo è paese! Sostituisci il mango con la tazza di caffe' e praticamente ti trovi in un qualsiasi ufficio della nostra cara pubblica amministrazione...

    Un caro saluto.

    Mister

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