lunedì 22 febbraio 2010

IL DEFILEE

11 febbraio, festa della gioventù. La scuola non è finita ma da settimane oramai i ragazzi sono fuori in cortile a fare la prova della sfilata per la celebrazione dell'11 febbraio. Lezioni interrotte, regalo del presidente della repubblica. C'è grande impegno nella preparaazione, tutto deve filare liscio, tutto deve essere perfetto, impressionante, glorioso. Il presidente ovviamente non ci sarà, è in capitale. Ma ogni città è chiamata alla sua osannazione. Partecipano tutte le scuole, di ogni ordine e grado, qualche classe per ciascuna, in rappresentanza di ogni istituto. Tutti belli ordinati, lungo il viale centrale (quello delle banche), tirato a lucido. Tutti con la divisa della scuola, tutti con passo marziale. Sembra proprio una propaganda fascista. Ci sono anche i ragazzi di strada, con la loro "divisa". L'unica di tutti i giorni, di tutte le mattine e di tutte le notti, stracciata e sporca. Gli altri intonano canti al presidente, loro portano in sfilata i loro cartelloni silenziosi: "Noi siamo ragazzi come gli altri". Riusciranno a far rumore ?

DILLO ALLA LUNA

Strada. Non quella comoda ed asfaltata che percorriamo andando al lavoro, seduti comodi nelle nostre autovetture....ma ugualmente piena di gente. E di traffico.
Strada. Non un sentiero di montagna percorso dentro i nostri scarponi, a riempirci i polmoni di aria fresca e pulita, a cantar canzoni a squarciagola...ma ugualmente piena di vita.
Strada. A giocarci dentro, come quando si era piccoli (per chi ha avuto modo di vivere questa straordinaria esperienza di vita, lontano da un videogioco che ancora non esisteva). Anche la sera.
Strada. Come casa. Per dormirci.
Siamo usciti alle 18.30. Inizia a calare la sera; l'illuminazione, quella pubblica, qui non c'è. Ma i fari delle auto ed i falò agli angoli della strada, ti permettono lo stesso di vedere. E di vivere.
Accompagnati dagli educatori degli "enfant de rue", siamo qui a vedere come vivono questi ragazzi, ad incontrarli. Dai più piccini, che non sono dentro Saare Jabbaama, a quelli più grandi, ad un passo dalla prigione.
L'esperienza schocka un po'. Nel bene e nel male.
Nel bene...perché non fai in tempo a spegnere il motore che già ti sono tutti addosso. Come se la sola tua presenza avesso portato sul loro viso un sorriso. Te li trovi sul cassone del pickup e ti chiedi come siano saliti, visto che non ti eri fermato. Semplice, sono saliti al volo. Ti riconoscono, ti abbracciano, saltano, ti chiedono quanto resti. Sono un fiume di gioia, un fiume in piena. E non hai fatto nulla, solo essere lì per far loro capire che non sono soli. Non sono abbandonati. Qualcuno sta pensando a loro, anche se non è facile.
Stiamo poco con loro, solo un quarto d'ora (abbiamo altre due "comunità" da visitare); è la prima volta, questa sera. Ma li trovi solo di sera, così tanti, tutti raggruppati in piccole comunità. Di giorno sono fuori, in giro. A procurarsi qualcosa da mangiare, chi commettendo qualche piccolo furto, chi accattonando, chi lavorando. Sì perché esistono anche realtà positive, non solo il marcio. Gli educatori hanno una piccola ma fitta "rete" di amici, e chi può si offre di prendere qualche ragazzo per insegnare loro un mestiere. Cose modeste, la scuola non è a portata di mano, ma cose vere. Una possibilità per uscire da questa vita. Comunque alla sera poi si torna a dormire in strada, con gli amici.
Nel male...perché quando vedi dove dormono e come dormono, ti senti impotente.
p.s. Esiste anche una realtà di ragazze di strada. Loro sono meglio organizzate, prendono in affitto piccoli appartamenti; per vivere si prostituiscono. Cruda realtà.
p.s.p.s. Solo a Garoua ci sono circa 400 ragazzi che vivono per strada.

"Guardami quando mi parli, guarda se è vero !?
Guardami quando mi parli, guarda se è tremo !?
...mmhh!....Smettila di parlare....
Guardando il muro!!!
E..... se qualcosa mi devi dire....
Dimmelo duro!
Guardala in faccia la realtà!
e quando è dura!.......
sarà sfortuna......
........SFORTUNA!!!!!
Guardala in faccia la realtà!
.......è più sicura!
Guardala in faccia la realtà...
è meno dura!.....
Se c'è qualcosa che non ti va?!?...
.....dillo alla luna!.....
Può darsi che porti fortuna!...
.....dirlo alla Luna!.........
Guardami in faccia quando mi parli!
se sei sincera!
Se non mi guardi quando mi parli....
non sei sicura!
La voglio in faccia la verità....
e se sarà dura!.....
La chiamerò sfortuna!....
.....Maledetta SFORTUNA!!!!!!!!
[Vasco Rossi, "Dillo alla luna", dall'album "Liberi Liberi", 1989]

ALESSIA E NICHOLAS [13.02.2010]

Oggi è gran giorno di festa. Festa per davvero, con pianti e lacrime.
Sono le dieci del mattino, suonano alla porta di casa ma io non riesco a capire chi sia. E' una famiglia intera; di solito non si presentano mai più di due persone alla volta. Mi colpisce perché sono vestiti a festa. Poi ragiono (alle volte capita, nonostante il caldo che incalza) e mi ricordo. Fra meno di un'ora si sposano Alessia e Nicholas. Ma in italia. E questi dunque chi sono ? I genitori di Nicholas, fratelli e nipotina compresi. Il rendez-vous e per le 11 in "sala computer". Collegamento via skype con l'italia. Ovvero, la messa in diretta. Alessia arriva solo 15 minuti in ritardo, è bellissima come tutte le spose; porta lo stesso abito di quando si è sposata civilmente qui, qualche mese fa. Anche Nicholas è bello, la mamma ed il papà quando lo vedono si emozionano. Una bella idea quella del collegamento, in forse fino a ieri sera. Poi qualcuno lassù ci ha messo lo zampino, ed eccoci qui. Djamboutou-Milano in poco meno di un secondo. I canti sono in parte in italiano, in parte in foufoulde. Angelle canta, i genitori di Nicholas continuano a salutare sul video, Alessia risponde senza farsi vedere (è pur sempre durante una cerimonia !). Alcuni canti sono gli stessi del nostro matrimonio (mio e di Cristiana), e di non posso non provare lo stesso brivido sulla pelle di quel giorno. Canto sottovoce, poi mi accorgo che anche Barbara fà il playback. E' bello. Anche vedere questi due ragazzi, che fino a qualche giorno fa erano qui a condividere le stesse emozioni. Sono contento per loro. Poi al fatidico "si" parte un applauso spontaneo, ed un abbraccio ai genitori di Nicholas. Qualche lacrima. Una giornata "piena". Di voglia di vivere, di amore, di fratellanza...di mondialità.

venerdì 12 febbraio 2010

LAVORO

A proposito, quasi mi dimenticavo. Quando eravamo in capitale per il permesso di soggiorno, ho cercato di capire "che aria tira" qui. Che ci sia tanta povertà, lo si sapeva già. Ma offerte di lavoro ce ne sono ? Pare di sì.

TRASPORTI

Ecco una collezione di foto un po' stravaganti, recuperate anche da precedenti viaggi.

ce la farà a non ribaltarsi ? Avrà rispettato il limiti di carico ? E di volume ?


...questo non ce l'ha fatta...


 un ponte di speranza



ha tenuto!


 se invece hai solo poche cose da trasportare, va bene anche la bici


questo (Paolo) lo abbiamo lasciato fuori

appunto, speriamo che Iddio li protegga...non si vede bene ma dentro sono in 15



...c'è chi guida...


...chi corre...

...chi correva...

...chi condivide...

 
l'importante è divertirsi

 
...e guardare lontano...
(gli occhiali sono a prestito)





giovedì 11 febbraio 2010

CAMPO PIGMEO

Girellando all'interno della riserva di Dja, la nostra guida ci porta a vedere un campo stabile di pigmei. Loro sono momentaneamente fuori, a caccia. Siamo riusciti a fotografare le loro "abitazioni", vedere come sono organizzati, ...mancano solo le foto dei pigmei, che abbiamo conosciuto ma non abbiamo ripreso. Il capo del villaggio (che poi è sì basso, ma non un nanerottolo) voleva in cambio delle sigarette. E Paolo ha fatto bene e non tirarle fuori. Di chi sarà mai la colpa se agiscono in questo modo ?



abitazioni di pigmei, disposte a cerchio


nessuna legatura, solo frasche.


fuoco a stella, panchina e casa in costruzione
la casa non deve essere molto grande....
...ma non vi ricorda un campo scout?...

...un'idea per il reparto...

cerchio di comunità
 

mercoledì 10 febbraio 2010

LA RISERVA DI DJA

Con il permesso di soggiorno in mano, ci avventuriamo nella parte piacevole del nostro viaggio, alla scoperta della foresta primaria della riserva di Dja. "Piccola" deviazione di 70 km dalla strada per il ritorno, ...ed ecco un mondo nuovo.

poco fuori dalla capitale, campo di ananas

i primi alberi della foresta

speriamo sia la strada giusta, difficile girarsi qui

...sempre più stretto....
...sempre più buche...

lungo la strada abbiamo caricato Ferdinand.
Tornava al suo paese a piedi.
La sua passeggiata sarebbe stata lunga 30 appena.
Arrivo previsto...per sera.

ci siamo!
a me piace l'albero in fondo, quello alto, dietro tutti

la riserva è al di là del fiume

lui assicura che non ci sono alligatori, caimani, pirana, ...

il fiume è spettacolare

diversi alberi, tutti insieme



pianta e frutto di cacao


palmeto
se per caso siete attaccati da un elefante...
...è consigliabile nascondersi dentro le radici di questa pianta
poca luce quaggiù
albero con termitaio; ottimo pranzetto per le scimmie
(che non abbiamo purtroppo visto)

uno degli alberi più vecchi della riserva (alto, molto alto),
si dice abbia 800 anni
...anche molto largo...

  verso la fine del nostro giro

sì, molto sudato

 villaggio ai limiti del parco

di nuovo il fiume

in mezzo all'acqua



arriva sera

...ritorno, sempre più rosso dalla polvere...

ANDATA E RITORNO



Allora, ce l'abbiamo fatta. 2600 km, da Garoua e Yaounde, in macchina; compresi 500 km di pista (ovvero sterrato e sabbia rossa, con qualche buca di troppo). Solo per darvi un'idea: per fare 250 km di pista ci abbiamo impiegato 6 ore e mezza. La macchina è intera, noi siamo stanchi, ma siamo contenti e siamo pure riusciti a vincere le mille preoccupazioni che avevano tutti gli altri. Ad iniziare è stata la responsabile del Coe (Pina), che ci ha detto che avremmo spaccato la macchina, che eravamo dei pazzi, che ci sarebbe successo di tutto (strano, non siamo poi i primi a fare questa "traversata"; la macchina, acquistata a Yaoundé è arrivata qui al nord proprio nella stessa maniera).

Poi ci si è messa anche l'altra responsabile del Coe: "perchè in macchina ? Ci mettete un sacco di tempo, costa troppo ed è pericoloso".
In realtà, con il treno ci mettiamo tre giorni ad arrivare, non siamo autonomi, non possiamo cogliere l'occasione di vedere un po' di questo bel paese...e costa almeno un tre volte tanto. Infine Monica (amministrativa del Coe): "...ma ci saranno sicuramente dei tronchi e degli alberi in mezzo alla pista, portatevi via il machete..."

Ma noi abbiamo scelto l'auto, anche perché chi aveva fatto questa strada di recente diceva che era più che fattibile. E così è stato.
A proposito, quanto avevamo detto che costava il permesso di soggiorno ? 10.000 franchi cefa (circa 15 euro) a testa ? Ma siccome le sorprese non finiscono mai, una volta arrivati all'ufficio immigrazione, ce ne chiedono 12.000. Perché queste 2.000 in più ? In realtà, dovremmo pagare solo quelle, 1.000 di tasse e 1.000 per la foto. Il permesso di soggiorno, grazie all'accordo internazionale è gratuito. 10.000 sono, diciamo così, "una donazione". Ma se può rincuorarvi, ci abbiamo messo solo 1 ora per ottenere la carta provvisoria di soggiorno. C'è stato solo un intoppo: la poliziotta non riusciva a prendere bene l'altezza di Emanuele; anche in punta di piedi e con il braccio teso, non arrivava a 1 metro e ottanta (un po' lontano da 1.96).

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