giovedì 11 novembre 2010

6 NOVEMBRE

Mentre gli altri apparecchiano la tavola e preparano la cena, mi sovviene un dubbio. Più di un dubbio, certezza. Oggi è un anno che siamo in cameroun. Cosa ne abbiamo capito ? Poco e molto. Una tempesta di emozioni. Ti giri indietro e non sembra che un anno sia passato. Siamo arrivati timorosi di tutto. Fiduciosi, curiosi ma al tempo stesso "pulcini bagnati". Oggi possiamo dire che sembra di essere a casa. Abbiamo trovato un ritmo, il piacere di stare con questa gente, il lusso di nuovi amici straordinari. Non so trovare una cosa che mi piace più di tutte. Sono mille. Come le difficoltà, ma che cerchiamo di affrontare con coraggio. Ripartiresti ? Si! Perché ? Vieni a vedere, non te lo so spiegare. Ma nello zaino metti anche un sacco di pazienza e la voglia di conoscere un nuovo modo di vivere. Posso solo dire che siamo fortunati. Qui, ma soprattutto a casa. Nel nostro mondo abbiamo il tempo per divertirci, per stare insieme, per progettare. Nei villaggi della brusse c'è solo il tempo per trovare il cibo...e aspettare il domani. Ma c'è una dignità che noi non conosciamo. Questa è la grande differenza. Non l'assenza dei giornali, la mancanza del cinema, delle patatine fritte e del gelato.
Ed in più abbiamo la possibilità di alzare la testa. Qui no.
Ed abbiamo delle scuole che, malgrado tutto, ci insegnano a ragionare, a pensare, a capire. Ma abbiamo anche una natura rovinata. Qui una alluvione è attesa come la manna dal cielo, nella nostra terra fa solo disastri.
Saremo a casa il 29 dicembre. Tardi per il Natale, presto per Capodanno.

PAOLO


Oggi Paolo è partito per la capitale, fra un paio di giorni sarà in Italia. Il suo anno di servizio civile è finito. Alle sette abbiamo fatto colazione tutti insieme, come sempre. Poi siamo saliti in macchina, caricato le sue quattro pesanti valigie...e lo abbiamo accompagnato a prendere l'autobus. E' stato strano. Non è la prima volta che accompagnamo i visitatori al loro rientro, ma con Paolo è diverso. Paolo è della nostra famiglia. Mi dispiace un sacco che parta. Ieri sera eravamo tutti in camera sua a vedere come sarebbe riuscito a farci stare quel monte di roba che ha comprato nelle sue valigie, senza superare il peso previsto. E' stato bello ridere e scherzare ancora. E' stato bello fantasticare su un nostro nuovo incontro, quando anche Barbara ed Emanuele saranno rientrati in italia. Gli abbiamo preparato un video perché possa ricordarsi di noi, delle mille avventure fatte insieme. Guardarlo con lui mi ha fatto cappire che è passato già un anno, ma che è stato fittissimo e ricchissimo di belle cose. Mi sono emozionato. Ed oggi, quando l'ho salutato, non sono riuscito a trattenere le lacrime. C'è riuscito solo Emanuele, ma perché di carattere è così. Facendo retromarcia per andare via, nello specchietto ho visto il viso di Cristiana e di Barbara ed anche il loro era rigato di lacrime. Buona strada Paolo, buona fortuna.
A presto.

2 NOVEMBRE

Oggi sarei dovuto rientrare a lavoro, invece siamo ancora qui. Cos'è successo ? Nulla di grave, solo la voglia di veder finito il nostro lavoro, di veder realizzate un po' delle cose che abbiamo iniziato. Il cantiere è stato ufficialmente chiuso (saldando il debito con l'impresa) il 30 ottobre. Adesso mancano gli allestimenti interni ed il trasloco di alcuni locali. Sarà un lavoraccio perché il materiale è tanto. Ci muoviamo come mille formichine all'interno della nuova struttura. Nel frattempo alcuni dipendenti curiosi si affacciano a vedere i nuovi locali. L'inaugurazione ufficiale sarà per i primi di dicembre, ma la nuova ala sarà agibile credo a metà di novembre. Pochi giorni ancora, allora, di duro lavoro. In tutti c'è molta soddisfazione per quello che stiamo facendo. La stanchezza inizia a farsi sentire. Le piogge oramai sonoo terminate, se ne riparlerà ad aprile. Il caldo non ci abbandona, ci fa solo respirare meglio la notte. Ci sono giorni che vorrei scostare le tende e vedere il cielo nuvoloso, invece l'ombra degli alberi mi fa capire che anche oggi sarà fatica e sudore. Tanto sudore. Sono nell'ordine di tre magliette al giorno.
Anche Cristiana inizia a vedere i primi risultati. I suoi "allievi" si gestiscono oramai da soli le ecografie; ...e pensare che lei non ne sapeva nulla e che gli infermieri non avevano nemmeno mai visto un ecografo. In Africa succede anche questo. Fatica, impegno, sudore, sorrisi, tenacia...ed un piccolo traguardo è stato raggiunto.
Sono giorni che si rientra stanchi e la voglia di scrivere viene meno.