In sottofondo ascolto un pezzo scatenato dei Guns N' Roses. "Paradise city".
Chissà che fine hanno fatto. In compenso la nostra piccola Djamboutou cresce. Le piogge di questi giorni le hanno ridato il verde. Il mais nei campi inizia a crescere. Per la gente di questo posto sta iniziando la stagione "fredda".
Stamani al mercato ho beccato uno con un maglione di lana. Vero. Anche Cristiana ha reiniziato a dormire con la maglia a maniche lunghe e il lenzuolo. Io vorrei tenere il ventilatore acceso anche la notte. Stranezze di questo paradiso di città.
Il container che doveva essere qui lunedi è arrivato sabato, con due giorni di anticipo. Peccato per il conducente. Ha passato il fine settimana sul camion, in sosta fuori del giardino. Le gru non erano disponibili.
Anche il sesto ed il settimo container sono a terra. Anche questa volta qualche numero per scaricarli, ma almeno adesso ci siamo tolti il pensiero. Sono tutti a casa. Tre li ho già venduti e tolti dalla vista. Spero entro fine mese di toglierne un altro. Poi si vedrà. Non è semplice.
Soprattutto non è semplice capire come e cosa ci viene messo dentro. Cioè la logica che porta noi stranieri ad inviare qui cose inutilizzabili, scassate o scadute. Se non fosse un problema, ma davvero grosso, ci riderei su. Ma cosa posso farci di una decina di paia di stivali in gomma con l'interno in pelo ? Mi date un aiutino ? A chi li regalo ? Posso venderli ? E' ben vero che loro hanno freddo, ma....
Ma voglio farvi un piccolo elenco (con commento non esaustivo), per darvi l'idea dell'originalità.
Borse dell'acqua calda (Angelle dice che hanno pensato a Cristiana....può essere).
Orologio da stazione ferroviaria (qui arrivano sempre in ritardo, il concetto di tempo non esiste; o meglio è legato alla luce, al sole. Potrei appenderlo all'ingresso dell'ospedale...)
Divise per ospedale, dalla taglia 58 alla 64 (non direi che qui sono così obesi, a stento riescono a mangiare due volte al giorno...)
Stufa a legna o cucina economica che dir si voglia. Era proprio in fondo al container, sopra un pallet di piastrelle (rotte dal peso). Quando l'abbiamo scaricata ho chiesto a chi poteva servire. Dai volontari mi è stato risposto che qui legna non ce n'è molta, che avevano pagato anche un sacco per inviarla qui...che potevo venderla. Fosse semplice (tenendo conto delle giuste osservazioni, ma che andavano fatte in italia prima di caricarla sul container). Quando Benjamin, io e Belé l'abbiamo caricata in macchina per portarla in casa cumse, Benjamin non poteva credere che pesasse così tanto. Gli ho fatto vedere che era in ghisa, con mattoni refrattari all'interno, che noi la usiamo per scaldare la casa..."e questa terra che c'è dentro?" mi chiede. "no, non è terra. E' cenere. Forse la cenere dell'ultimo fuoco". "Ah..."
Tranquilli, in ogni caso qualcosa di utile c'è. Solo che la maggior parte delle cose si trovano anche qui. Piastrelle, tubi, teli, quaderni, ciabatte, neon, lampade, cavi elettrici, ...chiaro che in sette container ci stà un mare di roba. Il problema è gestirla. E se qualcosa non si può utilizzare, arriva già rotto o è scaduto...bhé qui non ci sono le nostre belle discariche a raccolta differenziata. Qui c'è solo la strada, una buca, un fuoco acceso.
Provo un pò di vergogna, non capisco e non mi sembra giusto.