sabato 20 marzo 2010

"PROGETTO GOCCIA" [...per Elena e Leo...]

Goccie d'acqua. Speranza di vita.
Con Ezio e la sua telecamera abbiamo fatto il giro dei villaggi per valutare le condizioni dei pozzi costruiti in questi anni da Cumse e per raccogliere le esigenze di nuovi villaggi.
Devo dire che mi restano delle perplessità, ma nessuna sul nobilissimo obiettivo di dare vita ("l'acqua è vita") in queste terre così desolate ed arse.
Sotto il sole cocente del mattino abbiamo visto di tutto: pozzi classici, scavati a mano fino ad una profondità anche di 15 metri; pozzi con pompa meccanica di aspirazione (di 10, solo un paio erano ancora funzionanti); un paio di forage (pozzi sigillati con pompa meccanica o elettrica). L'acqua in alcuni casi era davvero pessima, ma è anche l'unica acqua a disposizione della popolazione. Pertanto, per loro, è buona.
Le foto parlano più delle parole.

[villaggio di Pakete. Pozzo tradizionale, senza protezione]

[interno del pozzo]

[acqua del pozzo]

[appena fuori dal villaggio]















[villaggio di Mayami. Forage a pompa meccanica (a pedale); qui l'acqua è davvero buona; il pozzo è chiuso e pertanto non è inquinabile da materiale di superficie]

[lui controlla]

[altro pozzo a pedale]

[pozzo tradizionale con pompa meccanica (rotta). Quando si rompe, tolgono il coperchio ed il pozzo diventa un normale pozzo a secchi, quindi "sporco"]

[altro modello di pozzo a pompa meccanica (rotta)]

I secchi con cui si raccoglie l'acqua sono per lo più bucati, la corda è oramai lisa e pronta a spezzarsi; laddove è stato rimosso il coperchio di cemento, si attinge anche in 10 persone contemporaneamente...e dentro il pozzo ci finisce di tutto. La cosa difficile è riuscire a programmare con la gente del villaggio un "comitato di gestione del pozzo". Qualcuno cioè che si faccia carico di mantenerlo in buone condizioni, che si faccia promotore per mettere via un po' di soldini per le opere murarie di ripristino, per la sostituzione della pompa, per la gestione degli accessi al pozzo. Invece tutto sembra lasciato al caso, o al singolo. Questo è quello che mi lascia perplesso. Questa è la direzione su cui lavorare. Fare un pozzo per poi lasciarlo andare in malora, ha poco senso. Per noi. Per loro, invece, è comunque fonte di vita.
Ma potrebbe essere una vita migliore...

[pozzo classico a secchio, ma con copertura in ferro per ridurre le cause di inquinamento. La pianta è un bellissimo mango, carico di frutti (saranno pronti a metà aprile)]

[un caccia sopra le nostre teste ci ricorda che in qualche paese vicino la guerra non è finita]

[il pozzo è loro !]
 

[con l'acqua (e la terra mista a sterpaglia) si possono costruire ottimi mattoni per l'edilizia]


[altro villaggio; qui l'acqua affiora dal suolo...]

[... perché non approfittarne ?]


[ecco, questo funziona !]



[notare il "deserto" tutto intorno....]

[i covoni di paglia qui li fanno così]

[fatevi trascinare dal suo sguardo]

[albero in villaggio]

[questo è lo stato del pozzo a ridosso del dispensario del villaggio di Nakong]

[e quest è l'acqua (pessima)]
In alcuni villaggi ho riassaggiato il gusto amaro dell'assistenzialismo, dell'attesa. Gli uomini all'ombra sotto l'albero a prendere il fresco, le donne a tirar sù l'acqua con un bimbo aggrappato sulla schiena, ....e la richiesta di fare qualcosa. La rabbia alle volte arriva là quando capisci che però il pozzo non l'hai ridotto tu così. E che se davvero comprendi il significato ed il valore di avere un pozzo in un villaggio, potresti ingegnarti per tenerlo a modo. Ecco, questa è una delle mie perplessità più grandi. Ma che non mi distoglie dall'idea che dobbiamo perseverare lungo la strada del sostegno e dell'educazione.
Durante il corso di formazione con CUAMM – Medici per l'Africa (aperto anche a quelle figure che poi vengono catalogate come logisti) ricordo di aver sentito parlare di "Water and sanitation". Ovvero acqua e sanità. Quello che ancora oggi non si è riusciti a far comprendere a queste persone è che la pulizia e la qualità dell'acqua vanno di pari passo con l'aspetto sanitario, ossia le malattie delle persone (tifo, colera, epidemie le più diverse che si possono trasmettere ed acquire gestendo l'acqua in maniera scorretta). Qui non ci sono depuratori, nè sterilizzatori. Solo il buon uso delle cose.

A tal proposito, la mia borraccia dentro la macchina è rassicurante. Ma mi ricorda anche che è un privilegio.
 
[accidenti, abbiamo fatto troppo rumore. S'è svegliato...]
 
[tentativo di edilizia residenziale, a due colori]
 
[intanto sotto gli alberi sta per iniziare una riunione di asini]
 
[non lontano invece c'è la classe per gli studenti della prima elementare; la scala a cosa serve ?]
 
[lezione open space. da noi il problema fondamentale sembra invece essere la presenza o meno di un crocifisso in aula....]
 
[alt, stazione di rifornimento]
 
[quissà da quante ore sta camminando sotto il sole, insieme alla sua fidata lancia]
 
[si può lavorare anche con un bimbo sulla schiena]
 
[l'ultimo pozzo. E le mamme non hanno paura che i piccoli ci cadano dentro ?]
 
[ecco l'acqua. Mmmmh]

[il pranzo è pronto. Sono banane dolci fritte]
 
 

Nessun commento:

Posta un commento